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Allenamento e Fitness                  


   Esercizio in gravidanza e non tagliare la placenta

Per assicurare ai nascituri un corretto sviluppo oltre a fare esercizio fisico mirato durante la gravidanza e curare opportunamente l'alimentazione potrebbe essere utile non tagliare subito il cordone ombelicale per consentire al neonato di usufruire di una fonte di sangue ricca di ossigeno e nutrienti dalla placenta; infatti, pare che prima del 1960 fosse normale non tagliare il funicolo ombelicale per cinque minuti o tempi maggiori e poi si è passati per ragioni non chiare a tagliarlo subito considerando che l'ossigenazione del sangue avviene con scambi gassosi a livello della placenta e non a quello polmonare. Mantenersi in forma prima della gravidanza consente di evitare eventuali parti cesarei; inoltre, seguire un regime alimentare equilibrato favorisce un corretto sviluppo del feto facendo attenzione a non esagerare con i grassi (non serve mangiare per due) per evitare il rischio che i figli diventino obesi nella vita.

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   Ragazzini polacchi poco allenati

Facendo eseguire ai ragazzi vari esercizi di efficienza fisica un istituto in Polonia che monitora questi tipi di dati avrebbe rilevato un continuo peggioramento fino ad ora, a partire dal 1999, rispetto ai risultati sulla fitness raccolti precedentemente; infatti, ad esempio nel 1979 un ragazzo di sette anni di questo paese poteva percorrere seicento metri in un tempo circa trentanove secondi inferiore rispetto al tempo che oggi riesce ad ottenere, poi un soggetto poteva mantenersi sospeso su una barra orizzontale da ginnastica per diciassette secondi mentre ora riesce a resistere per meno di sette secondi. Questi risultati in costante peggioramento riguardano sia maschi che femmine e questo significa cambiamenti in negativo di tutta una serie di parametri relativi alle condizioni di salute che poi finiscono per gravare sul sistema sanitario (oltre che sul pianeta) e sono dovuti principalmente a mancanza di allenamento e stile di vita più sedentario.

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   Prudenza alla pratica di arti marziali per i bambini

Discipline come karate, taekwondo, judo ed altri tipi di arti marziali sarebbero sempre più diffuse, diventate popolari perché migliorano lo stato di forma fisica, contribuiscono a sviluppare le capacità motorie ed emozionali; ma secondo un rapporto di pediatri americani non sono molto adatte ai bambini che dovrebbero praticare discipline che non prevedono il contatto fisico per evitare eventuali contusioni, slogature, danni alla colonna vertebrale, al collo e alla testa. Le protezioni che si usano durante le azioni di contatto potrebbero dare una falsa sensazione di sicurezza e comunque ci sono differenze fra le varie arti marziali con alcune considerate più pericolose (specialmente se prevedano di dare un punteggio maggiore se si assestano colpi alla testa) e una certa preoccupazione per quelle che combinano più stili, poi i genitori è meglio che aspettino che i figli acquistino un'adeguata maturità prima di praticare arti marziali.

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   Proteggere gli occhi negli sport

Gli sportivi in genere sottovalutano i danni alla vista che alcuni sport possono provocare, almeno secondo un'indagine effettuata in America da cui risulta che trentamila persone nel paese si recano al pronto soccorso ogni anno per problematiche agli occhi e alla vista anche gravi causate da incidenti durante il gioco. Praticare sport per fare attività fisica può essere utile per tenersi in forma, ma perdere la vista ad un occhio per un banale colpo da contatto mentre si gioca a calcio non è proprio salutare e questi casi sono molto più frequenti di quanto si possa pensare e per i ragazzi (e le ragazze) sarebbe meglio indossare un paio di occhiali protettivi. La pallacanestro è risultata al primo posto riguardo i danni alla vista durante il gioco con il ventitre percento dei casi a causa dei colpi al naso e al viso che arrivano inavvertitamente da un giocatore che si gira di scatto per fare canestro o sgomitate per il possesso di palla nel palleggio.

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   Rischio obesità per bimbi nati con parto cesareo

Comparando i dati di questionari effettuati dal 1996 al 2012 di ventiduemila giovani adulti sarebbe risultato un alto rischio di obesità per i bambini nati con parto cesareo, almeno secondo uno studio effettuato da ricercatori americani che anche se fanno notare come senza dubbio in certi casi sia necessario effettuare il parto cesareo per questioni salvavita, bisogna tenere presente che vi sono anche dei rischi sia per la madre che per il nascituro senza considerare la problematica quantificabile in circa un quindici percento legata al maggior rischio di obesità. Lo studio avrebbe evidenziato che i bimbi nati da parto vaginale da donne che precedentemente avevano partorito con parto cesareo avevano un rischio del trentuno percento inferiore di diventare obesi. Precedenti studi segnalavano oltre all'eccessivo utilizzo del parto cesareo anche la necessità di mantenere un peso equilibrato in gravidanza per evitare eventuali parti cesarei.

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   Obesità collegabile ad otto tipi di tumori

La causa per cui l'eccesso di grasso accumulato in persone sovrappeso ed obese sia responsabile di un aumento del rischio che si sviluppi un tumore sarebbe collegabile alla maggiore produzione di estrogeni, testosterone ed insulina, che provocano infiammazioni che possono portare allo sviluppo di una formazione tumorale; almeno secondo uno studio internazionale che avrebbe individuato l'aumento di otto tipi di tumori (stomaco, fegato, vescica, pancreas, ovaie, meningioma, tiroide, mieloma multiplo) anche se con l'ulteriore indicazione che basta dimagrire per ridurre il rischio. Essere in sovrappeso ed obesi costituisce una componente importante, più di quanto previsto in precedenza, nello sviluppo di una formazione tumorale e similare come incidenza in uomini e donne o confrontando grandi aree geografiche. Nel mondo si stima che vi siano seicentoquaranta milioni di adulti obesi e centodieci milioni di bambini; quindi questa ricerca può giocare un ruolo sostanziale riguardo la salute globale della popolazione e di come sia utile per una prevenzione efficace svolgere attività fisica affiancata da adeguato regime alimentare.

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   Guardare la TV e mal di schiena nelle donne

Indipendentemente dallo stato di forma riguardo l'attività fisica svolta ci sarebbe un collegamento fra guardare la televisione e mal di schiena nelle donne nella zona lombare, ma a quanto pare non negli uomini; almeno secondo uno studio svolto da ricercatori australiani che hanno monitorato come uno ogni dieci individui australiani soffra regolarmente di mal di schiena e tre-quarti della popolazione dichiari almeno uno di questi episodi dolorosi alla schiena nella loro vita, con poche evidenze che l'attività fisica possa far aumentare l'intensità del dolore alla schiena. Le donne che guardano la televisione per due o più ore sperimentano i peggiori episodi di mal di schiena prevalentemente dovuti a non corretto atteggiamento posturale ed i ricercatori non sanno spiegare come mai questo non accada per gli uomini anche se studi precedenti ipotizzavano che potesse dipendere da questioni ormonali o dalla tendenza dei maschi a non dichiarare i vari dolori fisici.

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   La vita sedentaria è comparabile a fumare

Stare seduti a lungo ogni giorno è molto pericoloso per la salute tanto che alcuni sostengono che la vita sedentaria è come se fosse il nuovo vizio del fumo, ma basta fare un'ora di esercizio fisico al giorno per ridurre al minimo le percentuali di decesso dovute ad inattività. Le persone che stanno sedute poche ore e non fanno esercizio fisico hanno comunque un maggiore rischio di decesso di quelle che pur stando sedute per otto ore al giorno compensano questa abitudine poco salutare con adeguata attività fisica, come ad esempio camminare ed andare in bicicletta. L'unico caso in cui l'attività fisica non sembra migliorare molto la situazione è quello relativo alle persone che rimangono seduti davanti alla televisione per almeno cinque ore al giorno, forse perché si tende a guardare la TV la sera e questo ha effetti sul metabolismo; poi molti individui hanno la cattiva abitudine di fare spuntini mentre guardano le trasmissioni televisive.

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   Obesità come disturbo neurologico

Partendo dalla constatazione di quanto il rame giochi un ruolo sia nel metabolismo del cervello sia in quello dei grassi dei ricercatori americani hanno avanzato l'ipotesi che l'obesità possa essere un disturbo neurologico piuttosto che esclusivamente un disturbo metabolico e questo significa in teoria cercare di mettere a punto nuovi metodi terapeutici per curare l'obesità. Che un metallo come il rame fosse collegato a regolare il metabolismo era già noto tanto che si utilizza per tenere sotto controllo il peso delle mucche, ma ora si hanno maggiori evidenze di come funzioni questo meccanismo a livello cellulare e nella lipolisi in cui il grasso viene diviso in piccole porzioni nel flusso sanguigno in modo da essere bruciato in tutto l'organismo. Nel frattempo uno studio congiunto effettuato in Nuova Zelanda e Svezia ha scoperto che le donne obese spesso (circa cinque volte in più) partoriscono figli che diventeranno obesi.

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   Donne americane sempre più obese

Sempre più grave la situazione per le donne americane dal punto di vista salutista con oltre il quaranta percento di obesità; quindi con un B.M.I. (indice di massa corporeo) di trenta o superiore che può significare avere serie problematiche sul piano sanitario senza considerare l'impatto sull'ambiente e sulla stessa vita sociale, basti pensare al superiore dispendio energetico per i trasporti visto l'aggravio del peso complessivo e quello per poter fornire quantità di cibo sempre maggiori considerando anche che di queste donne circa il dieci percento ha un B.M.I. superiore a quaranta (una condizione di disagio notevole). In compenso è stabile la situazione per i maschi, ma si tratta pur sempre di una percentuale molto alta del trentacinque percento; in pratica analizzando in un grafico l'andamento dell'obesità nel periodo dal 2005 al 2014 si nota il significativo incremento lineare delle donne mentre rimarrebbe sullo stesso livello per gli uomini.

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