Agricoltura industriale non sostenibile
Dal confronto dei dati riguardo il consumo delle risorse del pianeta e l'impronta ecologica di un abitante di un paese europeo che superano il doppio o il triplo rispetto a quello di molti paesi poveri risulta evidente che non si può andare avanti di questo passo; infatti, nel 1987 era stato fissato il 9 dicembre la data figurata di massimo sfruttamento globale ed ora dopo solo tre decenni si è passati al 2 agosto con l'agricoltura industriale vista fra i principali responsabili (oltre alle emissioni inquinanti e all'aumento di popolazione). La pesca che è diventata sofisticata estrazione industriale selettiva non consente ai pesci di continuare a riprodursi soprattutto alcune specie che stanno già scomparendo dai mari, poi il consumo di carne con animali spesso rinchiusi in piccole gabbie ha un pesante impatto ambientale e l'alimentazione in genere è squilibrata con eccessivo apporto calorico e conseguente epidemia globale di sovrappeso ed obesità.
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Data: 03/08/2017
n°: 3525