I primi calcolatori personali italiani
Un progettista italiano cominciò nel 1962 a cercare la componentistica necessaria a rendere facile l'utilizzo per il pubblico un calcolatore da tavolo elettronico e quindi dotato di una specie di scheda magnetica da inserire, allo stesso modo di un dispositivo moderno, per memorizzare i dati immagazzinati in bobine metalliche a linea "magnetostrittiva" che consentivano rapidi calcoli e la possibilità di programmazione personalizzata sulle esigenze dell'utente. La macchina a programma nonostante la versatilità di utilizzo ed il favore del pubblico non si affermò molto sul mercato ed il suo brevetto fu venduto all'estero per una grossa cifra da una nota industria produttrice di macchine da scrivere, calcolatrici e poi computer. Questa scelta non permise il successivo sviluppo della tecnologia informatica ed anzi questo ramo fu ad un certo punto praticamente abbandonato e l'Italia passò da essere la patria dei computer da tavolo a paese importatore di calcolatori.
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Data: 01/03/2012
n° articolo: 1832
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