Azoto da non bere o assumere ancora liquido

Una ragazza inglese di diciotto anni che aveva bevuto ad una festa un cocktail contenente azoto liquido è stata ricoverata e sottoposta ad un delicato intervento chirurgico a causa della perforazione dello stomaco favorita dall'azoto liquido che una volta ingerito è diventato rapidamente gas facendo gonfiare e poi scoppiare lo stomaco come se fosse un pallone, tanto da rischiare seriamente la vita. L'utilizzo dell'azoto liquido consente di far fluttuare scenografiche dense nebbie sopra cocktails, piatti contenenti pietanze freddissime o anche come metodo di preparazione molto veloce dei gelati, ma il contatto con la pelle può causare bruciature da freddo gelido e poi non bisognerebbe mai introdurre nell'organismo l'azoto ancora liquido. Qualche tempo fa alcuni avevano avanzato dei dubbi di sicurezza su quella che viene chiamata "cucina molecolare" dal momento che snaturava il concetto naturale di alimentazione anche se basata su principi scientifici.

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Sciami di locuste minacciano i raccolti in Africa

Lo scarso raccolto avuto l'anno scorso in Niger dovuto in parte ai cambiamenti climatici in atto sul pianeta ha posto la popolazione di fronte ad una grave crisi alimentare ed ora sciami di locuste minacciano i raccolti anche in diversi altri paesi africani come il Mali, l'Algeria e la Libia che possedeva dei macchinari per proteggere i raccolti dalle locuste, ma sono stati distrutti durante il recente conflitto. Operatori di controllo mandati da organizzazioni internazionali per verificare la situazione hanno riscontrato che all'inizio dell'anno le intense precipitazioni in Niger avrebbero posto le condizioni perché le locuste potessero svilupparsi facilmente e diventare poi sciami voraci (mettendo a rischio cinquecentomila ettari di raccolto). Fra il 2003 ed il 2005 c'era stata un'altra invasione di locuste in Niger con il risultato di una lunga carestia che ancora fa sentire le sue conseguenze soprattutto sui bambini.

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Anniversario del disastro di Fukushima

Ad un anno di distanza dal maremoto che ha travolto il Giappone causando diciannovemila fra vittime e dispersi definitivi si ricorda la portata impressionante di un evento naturale che almeno per quanto riguarda la centrale atomica di Fukushima Daiichi ha causato un incidente nucleare di gravità quasi paragonabile a quello di Chernobyl, anche se con differenze notevoli per quanto riguarda il tipo e la quantità di radiazioni rilasciate nell'ambiente dovute al diverso tipo di progettazione dei reattori, che nel caso di Fukushima erano obsoleti ma dotati almeno di un recipiente di contenimento che ha consentito di limitare un po' i danni. In ogni caso la zona investita dalle radiazioni (che rimangono elevate) resterà contaminata per decenni con conseguenze non solo sulla popolazione ma anche su tutto l'ambiente naturalistico e la catena alimentare; quindi, bisognerebbe continuare a monitorare i cibi a lunga distanza di tempo.

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Spenta a freddo.. la centrale di Fukushima

Le autorità giapponesi hanno dichiarato che la centrale atomica di Fukushima Daiichi è stata spenta a "freddo", nel senso che le temperature nei reattori sono inferiori ai cento gradi, consentendo in questo modo di procedere finalmente con le operazioni di smantellamento delle strutture contaminate (e di costruzione di opportune coperture) che richiederanno decenni e quindi per oltre quaranta anni si dovrà aspettare per la reale messa in sicurezza dell'impianto gravemente danneggiato dallo tsunami dell'undici marzo che ha causato ventimila vittime. Le radiazioni rilasciate nell'ambiente sarebbero ora solo una frazione rispetto ai picchi raggiunti nella fase di emergenza, ma questo non deve far pensare che la situazione sia risolta dal momento che il tempo di dimezzamento delle particelle radioattive trasportate nell'aria dal vento e scaricate in mare con l'acqua utilizzata per raffreddare i noccioli parzialmente fusi è molto lungo per la catena alimentare.

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Riso con cesio radioattivo nella zona di Fukushima

Esaminando una partita di riso già pronta per la distribuzione, anche se non ancora venduta, proveniente da una fattoria a circa sessanta chilometri dall'impianto nucleare danneggiato di Fukushima Daiichi sarebbe stato trovato un campione di riso con cesio radioattivo sopra i limiti di sicurezza e quindi sarebbe stata vietata nella prefettura di Fukushima la commercializzazione e la vendita di riso. Le autorità cercano di evitare che prodotti di zone rurali contaminati possano entrare nella catena alimentare, ma monitorare tutti i livelli di radioattività dopo che il vento e le piogge hanno sparso particelle radioattive nella parte orientale del Giappone è un'operazione abbastanza complessa. Si procede a controlli anche nella città di Tokyo per rassicurare la popolazione dal momento che ci sono stati diversi allarmi precedentemente per la contaminazione di prodotti (tè verde, carne, funghi) ma questa sarebbe la prima volta che scatta nel paese un divieto di vendita. - [29/11] Un presentatore televisivo che aveva bevuto e mangiato in diretta alimenti provenienti dalla zona di Fukushima si sarebbe ammalato di leucemia.

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Situazione invariata a Fukushima

La centrale nucleare fuori controllo di Fukushima Dai-iki a causa dello tsunami che la ha danneggiata l'undici marzo continua ad impensierire le autorità di controllo per l'energia atomica che nei giorni scorsi avrebbero inviato dei tecnici per controllare la situazione e verificare che le operazioni di decontaminazione procedano regolarmente, mentre da settimane in Giappone pare si discuta sul livello di contaminazione di alcuni alimenti ed in particolare il riso. Campioni di riso contaminati nella città di Nihonmatsu a cinquantacinque chilometri da Fukushima avevano destato l'attenzione dei media con paesi che avrebbero sospeso l'importazione di alcuni alimenti dal Giappone. La situazione nel complesso sembrerebbe invariata dopo l'annuncio dell'installazione di nuovi dispositivi per la decontaminazione dell'acqua e le proposte di costruzione di un muro di contenimento in mare per evitare che l'acqua radioattiva fuoriesca dall'impianto.

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Alimenti contaminati nella prefettura di Fukushima

Le autorità giapponesi avrebbero deciso di stabilire una serie di controlli sugli alimenti derivati da bestiame in tutte le quarantasette prefetture del paese dopo che una partita di carne contaminata da radiocesio proveniente dalla prefettura di Fukushima è entrata nella catena distributiva, probabilmente a causa di fieno radioattivo che gli allevatori hanno continuato a dare alle mucche nonostante vi fosse un divieto già da marzo di utilizzare il foraggio stoccato all'aperto (avviso che alcuni agricoltori non avrebbero visto). La fonte della contaminazione da cesio radioattivo in quantità non molto chiara sarebbe stata causata dalla fusione dei tre reattori nelle prime fasi di emergenza dopo lo tsunami dell'undici marzo che ha reso inutilizzabili i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare e si stima che almeno cinquecento capi di bestiame siano stati lavorati e spediti alla distribuzione dopo aver mangiato il fieno contaminato.

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Contaminazione di alimenti in Germania

Alcuni paesi stanno procedendo a ritirare le scorte di alimenti vegetali sospettati di essere contaminati, ed in particolare cetrioli provenienti dalla Spagna, dopo che in Germania undici persone sarebbero decedute a causa del germe Escherichia coli e si contano oltre quattrocentocinquanta casi di forti disturbi intestinali nella sola città di Amburgo, anche se le cause della tossinfezione alimentare che in alcuni pazienti pare essere resistente ai comuni antibiotici è ancora allo studio. In Austria le autorità per la sicurezza alimentare hanno avvertito i consumatori che hanno già acquistato cetrioli, pomodori ed altri vegetali provenienti da due aziende di distribuzione tedesche che dovrebbero essere gettati, ma ad esempio in Italia non sembra siano stati segnalati casi di tossinfezioni enteroemorragiche. L'Escherichia coli è un batterio presente di solito nell'intestino dei ruminanti che può raggiungere e contaminare l'uomo attraverso alimenti non cotti. - [31/05 quindici vittime in Germania, ma i cetrioli e la Spagna non sono responsabili].

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Si estende la zona contaminata a Fukushima

Continuano i controlli su alimenti vegetali provenienti dai terreni vicini alla centrale elettrica Fukushima Daiichi e mentre a Taiwan le autorità hanno deciso di vietare l'importazione da cinque prefetture in Giappone si estende a trenta chilometri la zona intorno all'impianto nucleare da cui la popolazione è invitata ad allontanarsi, una misura adottata per prudenza più che per sicurezza, ma intanto si valuta se alzare il livello di gravità dell'incidente a sei su una scala di sette mentre pompe speciali ed acqua dolce sono stati forniti da aiuti internazionali. In genere i vegetali che risultano essere più contaminati nel caso di incidente nucleare sono i cereali; infatti, i radionuclidi trasportati a grandi distanze dal vento o fenomeni meteorologici e successive precipitazioni tenderebbero ad annidarsi nelle loro spighe (come verificato nel caso di Chernobyl) e il radiostronzio è considerato più pericoloso dello iodio radioattivo.

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Contaminazione di alimenti a Fukushima

Controlli sui prodotti alimentari provenienti dalla zona della centrale atomica di Fukushima Daiichi hanno verificato una contaminazione radioattiva consistente (soprattutto spinaci, latte ed acqua) ed anche a Tokyo che dista circa duecentoquaranta chilometri da Fukushima è stata riscontrata la presenza di tracce di iodio¹³¹ in campioni di acqua potabile e alla popolazione già da qualche giorno sono state distribuite pillole di iodio stabile che consentono una certa prevenzione. I tecnici che lavorano nella centrale atomica danneggiata esponendosi ad alti livelli di radiazioni sono riusciti ad inondare d'acqua i reattori e a ripristinare l'elettricità per il raffreddamento di alcuni impianti, ma sembra trovino difficoltà proprio nei reattori con involucri che non consentono più una tenuta sufficiente della radioattività, anche se continuano i tentativi per limitare i danni mentre montano le polemiche sul ritardo iniziale di intervento.

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Alimenti e sicurezza                  

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