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Astronomia            


   Fotografia simulata di un buco nero

Sfruttando una simulazione resa possibile dall'elaborazione computerizzata effettuata da supercomputer dei dati relativi ad otto potenti radiotelescopi sparsi nel globo, in modo da simulare le dimensioni di un unico enorme telescopio, i ricercatori avrebbero effettuato una fotografia del buco nero al centro della nostra galassia (dell'orizzonte degli eventi dal momento che anche la luce è come divorata dalla grandissima forza della massa gravitazionale che deriva dal collasso di una supernova). Per poter fare una fotografia reale del buco nero, che ha una massa milioni o miliardi di volte quella del Sole, bisognerebbe costruire un telescopio delle dimensioni di tutta la Terra, quindi è stato necessario utilizzare un trucco. Si tratta di un evento importante perché si ipotizza che i buchi neri siano responsabili della formazione delle galassie [e della vita?] e senza di essi l'universo apparirebbe probabilmente molto diverso da quello che vediamo.

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   Osservato materiale espulso da un buco nero

Utilizzando radio telescopi e ad infrarossi gli astronomi sarebbero riusciti per la prima volta ad osservare del materiale espulso da un cosiddetto buco nero (perché a causa dell'enorme massa non è visibile con i normali telescopi), quasi con termini figurati come un'eruzione a getto di particelle scagliate a grande distanza dai poli di quello che appare come una specie di disco che potrebbe aiutare ad una migliore comprensione del processo che porta alla formazione di una galassia; infatti, si ipotizza che al centro delle galassie vi possa essere una massa superconcentrata che potrebbe essere milioni di volte quella del nostro Sole. Inizialmente questo materiale che risulta molto luminoso agli infrarossi era stato scambiato come un'esplosione che si verifica alla fine della vita astronomica di una supernova, ma dopo sei anni di osservazioni constatando che il fenomeno continuava avrebbero compreso che non poteva essere una supernova.

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   A trentanove anni luce sette pianeti simili alla Terra

Potrebbe esserci acqua nei sette nuovi pianeti che orbitano attorno ad una piccola stella ultrafredda scoperta inizialmente nel maggio 2016 nella nostra galassia a trentanove anni luce dalla Terra e definiti dagli astronomi abbastanza simili al nostro pianeta e quindi potenzialmente alcuni di essi potrebbero ospitare la vita considerando opportune dimensioni, massa, distanza dalla stella da cui dipende la temperatura anche se ulteriori studi sono necessari per confermare questi dati. La stella avrebbe una massa che è appena l'otto percento del nostro Sole e le dimensioni di Giove ed i pianeti orbitano ad una distanza ravvicinata, per fare un esempio figurato circa all'interno dell'orbita di Mercurio, e forse si sono formati in orbite più distanti e poi sono migrati avvicinandosi alla stella con una faccia immobile che ruotando guarda sempre la piccola e poco luminosa stella come accade per una faccia della nostra Luna che guarda sempre la Terra.

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   Antimateria individuata tramite un laser

Utilizzando un laser per misurare con precisione le proprietà ottiche o spettroscopiche di antimateria catturata in una specie di trappola contente antidrogeno i ricercatori del CERN di Ginevra avrebbero scoperto che idrogeno ed antidrogeno hanno le stesse proprietà; infatti, anche la teoria sostiene l'ipotesi che nella violenta esplosione chiamata appunto Big Bang all'origine del nostro universo si sono formate uguali quantità di materia ed antimateria che poi si sono annichilate in altre particelle ed energia a causa del processo per cui le particelle interagendo scompaiono dal momento che la somma dei loro numeri quantici è zero. Sono concetti di difficile comprensione e per dare un esempio sull'argomento il matematico Paul Dirac (scopritore nel 1930 del positrone come antiparticella dell'elettrone) disse che come x²=4 ha due soluzioni x=2 oppure x=-2 anche nell'universo vi sono due soluzioni, una positiva ed una negativa.

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   Inspiegabile corsa alla conquista di Marte

Le agenzie spaziali probabilmente sono interessate allo sfruttamento delle risorse del pianeta Marte, perché è improbabile che l'uomo possa vivere sul freddo pianeta rosso con temperature medie di meno cinquantaquattro gradi Celsius, forti radiazioni e sbalzi di temperatura, ma in futuro si pensa di portare l'uomo su Marte. L'ultima sonda europea del progetto pensato per prendere campioni del suolo e cercare forme di vita, costata nel complesso un miliardo e mezzo di euro, a quanto pare si è schiantata malamente al suolo e non emette alcun tipo di segnale. Le ultime osservazioni sull'universo visibile stanno fornendo una nuova immagine del cosmo; infatti, si ipotizza che vi siano dieci volte più galassie di quanto si pensava precedentemente e la maggioranza di esse sono troppo deboli e troppo distanti per essere viste da noi. Bisogna tenere presente che il novanta percento delle galassie non sono ancora state studiate.

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   Un pianeta ruota intorno a Proxima Centauri

Ad appena quattro anni luce dal nostro sistema solare ci sarebbe secondo gli astronomi un pianeta roccioso che potrebbe avere una temperatura adatta per consentire lo stato liquido dell'aqua ruotando ad una distanza di circa sette milioni di chilometri da Proxima Centauri, la stella come suggerisce il nome a noi più vicina; ma classificata come nana rossa che brucia a bassa temperatura e quindi l'acqua non si raffredda al punto di diventare ghiaccio e non si scalda fino a diventare vapore. E' necessario avere anche un'atmosfera per deflettere dei raggi ultravioletti considerati di intensità cento volte maggiore di quelli che colpiscono la Terra e i ricercatori non sanno ancora se sia presente o se potrà formarsi, comunque la vicinanza della stella rende possibile eventuali esplorazioni con sonde. Ormai si ipotizza che nella Via Lattea vi siano miliardi di pianeti adatti alla vita anche se probabilmente troppo lontani per essere raggiunti.

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   Espansione dell'universo più accelerata del previsto

Utilizzando i dati rilevati dal telescopio spaziale Hubble e quelli del telescopio Keck alle Hawaii gli astronomi avrebbero ottenuto una misurazione dell'espansione dell'universo che si pensa dovrebbe essere piuttosto precisa scoprendo che le teorie tradizionali non coincidono ed anzi qualcosa non consente di spiegare un'espansione più accelerata dal cinque al nove percento del previsto rispetto ai calcoli effettuati in precedenza. Forse la teoria generale della relatività che è alla base del Modello Standard è leggermente errata oppure ci potrebbero essere caratteristiche nella struttura dell'universo ancora sconosciute, ad esempio si ipotizza l'esistenza di un'altra particella subatomica o l'influenza della cosiddetta materia oscura che spinge e accelera l'espansione oltre i 13,8 miliardi di storia dell'universo. La spiegazione potrebbe anche essere in una diversa concezione dell'universo o una specie di inganno della nostra visione.

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   Studio sull'asteroide legato alla fine dei dinosauri

Campioni di roccia definiti come interessanti di quello che dovrebbe essere l'asteroide che sessantasei milioni di anni fa ha decretato la fine dei dinosauri sono stati estratti ad una profondità di quasi milletrecento metri nel cratere denominato Chicxulub al largo delle coste del Messico, di cui l'anello più profondo è localizzato sotto seicento metri di sedimenti in quello che è ora il Golfo del Messico mentre l'anello più esterno si nasconde in parte sotto la penisola dello Yucatan. Le ricerche geofisiche effettuate nel sottosuolo suggeriscono anche la presenza di strutture che somigliano a catene montuose. Questo enorme cratere si pensa sia stato provocato da un oggetto del diametro di circa diciotto chilometri che ha colpito la crosta terrestre e questo studio pone anche la questione della protezione del pianeta da eventuali grandi asteroidi che potrebbero colpirlo in futuro e delle tecnologie utili nella prevenzione di questi eventi.

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   Si pensa che siano miliardi i pianeti adatti alla vita

Dopo la scoperta con un piccolo telescopio lungo appena sessanta centimetri in Cile, ma fatta da astronomi in Belgio, di tre nuovi pianeti forse potenzialmente abitabili che ruotano intorno ad una stella nana ultrafredda a trentanove anni luce dalla terra i ricercatori ipotizzano che tutto sommato pianeti come la Terra non siano poi così unici e potrebbero esserci nella Via Lattea miliardi di pianeti adatti alla vita. Per il momento con le attuali tecnologie disponibili le distanze non consentono di raggiungerli (per fortuna visto come l'uomo sta riducendo la Terra) e ad esempio una navicella spaziale impiegherebbe circa trentamila anni per portare gli astronauti su uno dei nuovi pianeti scoperti. Per effettuare questo tipo di ricerche su nuovi pianeti si registra l'intensità della luce emessa dalla stella e verificando eventuali variazioni si può calcolare approssimativamente massa, distanza e i tempi di rivoluzione dei pianeti.

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   Una nuova stella con atmosfera ricca di ossigeno

Un corpo celeste davvero inusuale con atmosfera ricca di ossigeno sarebbe stato individuato da astronomi in Brasile e Germania analizzando i dati raccolti da un apposito telescopio che scruta l'universo (SDSS in New Mexico) capace di osservare il trentacinque percento del cielo e circa cinquecento milioni di oggetti celesti. Si tratta di una stella non più attiva da lungo tempo in cui la spinta gravitazionale è cresciuta attirando gli elementi ed i gas più pesanti come l'ossigeno mentre elio ed idrogeno più leggeri si sono allontanati fluttuando sulla superficie, quindi in pratica l'atmosfera della stella è quasi completamente composta di ossigeno compresso tanto che ha una massa equivalente al sessanta percento del nostro Sole pur essendo di dimensioni poco più grandi della Terra. Inutile dire che non è un'atmosfera adatta alla sopravvivenza umana a causa dell'enorme pressione che schiaccerebbe all'istante un ipotetico astronauta.

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   Onde gravitazionali ritardatarie

Quella che è stata propagandata come una scoperta notevole per l'astronomia riferendosi alle onde gravitazionali tanto da poter essere comparata come importanza alle prime osservazioni di corpi celesti; in realtà, era già stata annunciata nel 2014 analizzando i dati captati da un radio telescopio al Polo Sud, poi c'è anche chi sostiene che la scoperta risalirebbe al 2010 o anche prima. In teoria queste onde gravitazionali si propagano nel cosmo in maniera figurata allo stesso modo delle onde concentriche che si formano sull'acqua se si getta un sasso, ma a velocità della luce e lasciando un segnale molto debole che sarebbe stato (?) sentito a livello acustico proveniente dalla fusione di due buchi neri. Ultimamente la fisica è alle prese con molte difficoltà e non si riesce a spiegare ancora molte teorie, ad esempio la meccanica quantistica è utilizzata per descrivere solo oggetti estremamente piccoli e non per i corpi celesti.

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   Un pianeta forse simile alla Terra

Le dichiarazioni entusiastiche riguardo la scoperta di un pianeta distante da noi millequattrocento anni luce che sarebbe simile alla Terra ruotando intorno ad una stella ad una distanza simile e circa nello stesso periodo di tempo (una ventina di giorni in più) sembrerebbero premature dal momento che non si conosce ancora la massa, parametro fondamentale per comprendere se questo corpo celeste possa essere roccioso o con prevalenza di gas, poi anche nel caso di condizioni identiche che permetterebbero la vita non bisogna dimenticare che probabilmente devono coincidere tutta una serie di fattori chimico-fisici che fanno del nostro pianeta un caso davvero speciale. Le distanze si potrebbe dire "per fortuna" non consentono con la tecnologia attualmente disponibile nemmeno di mandare una sonda, poi non è ben chiara la stabilità che nella Terra è resa possibile dall'azione del moto del satellite Luna e in parte degli altri pianeti.

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   Uno sguardo ravvicinato di Plutone

Dalle prime immagini scattate nella fase di avvicinamento di una sonda al pianeta nano Plutone sembra quasi che sia più grande e meno ghiacciato del previsto, ma si attende l'invio delle ultime foto (che richiederà un po' di tempo) scattate alla distanza ravvicinata, per questo tipo di osservazioni spaziali, di dodicimilacinquecento chilometri. La sonda è stata lanciata oltre nove anni fa e la missione pensata prima che il pianeta Plutone fosse declassato e quindi alcuni si domandano se il progetto sarebbe stato sostenuto lo stesso, comunque si tratta di un traguardo importante e poi ci sarà la possibilità di avere altre informazioni su questa zona lontana e poco conosciuta del sistema solare. Da notare che il nono pianeta Plutone è stato scoperto nel 1930 con una tecnica simile a quella utilizzata in precedenza per il pianeta Nettuno e quindi in pratica con calcoli sulle interferenze e perturbazioni del moto delle orbite di altri pianeti.

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   Eclissi parziale di Sole in Europa

Equipaggiandosi di appositi occhialini schermati o meglio da saldatore sarà possibile osservare oggi dall'Italia e da tutta Europa circa alle dieci e mezza l'eclissi parziale che coprirà anche oltre la metà del disco solare, ma sarà totale alle isole Faroa e nell'arcipelago delle Svalbard in Norvegia (Oceano Artico). Le eclissi di Sole sono più frequenti di quelle di Luna anche se non superano mai le cinque in un anno e questo numero dipende dall'angolo di inclinazione del piano dell'orbita lunare rispetto all'eclittica, se i due corpi celesti si trovassero sullo stesso piano si verificherebbe un'eclisse di Sole ad ogni congiunzione e quindi ogni novilunio. Gli esperti sostengono che l'eclissi potrebbe essere utile per studiare il rendimento dei pannelli fotovoltaici in mancanza di parziale irraggiamento del sole, considerando che l'ultima eclissi di questa portata è stata nel 1999 quando erano installati ancora pochi pannelli e dal basso rendimento energetico.

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   Studi sulla struttura del nucleo della Terra

Ci sarebbero due strutture differenti nel nucleo ferroso localizzato a circa cinquemila chilometri al centro della terra con cristalli orientati diversamente, almeno secondo uno studio congiunto di ricercatori cinesi ed americani effettuato analizzando gli eco di terremoti nella profondità della Terra e verificando le variazioni durante il passaggio attraverso diversi strati. L'ipotesi è che il nucleo del pianeta sia all'incirca delle dimensioni della Luna con due strutture concentriche di cui la parte più interna con cristalli orientati in direzione da est ad ovest (guardando in modo figurato verso il basso stando al Polo Nord); invece, nella parte più esterna i cristalli sarebbero orientati da nord a sud. Queste ipotesi sulle varie strutture suggeriscono che ci potrebbero essere stati dei cambiamenti drammatici durante il periodo di formazione del nostro pianeta nel processo di solidificazione che è iniziato circa un miliardo di anni fa.

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   Analisi di campioni di cometa allo studio

Prima che si esaurissero completamente le batterie della sonda che ha prelevato dei campioni dal suolo della cometa chiamata 67P/Churyumov-Gerasimenko sarebbe riuscita a trasmettere dei dati ricavati dal piccolo laboratorio di bordo con un file contenente un messaggio del tipo di quelli utilizzati dai computer da cui è stato effettuato il download della sequenza di informazioni. Si parla di tracce di molecole organiche dall'analisi chimica dei gas effettuate probabilmente senza essere riusciti a prelevare del materiale con la trivella a causa della durezza della superficie della cometa (sotto un primo strato polveroso), ma si spera di poter continuare le ricerche quando la sonda a cui è stato dato un comando di rotazione dalla sua posizione all'ombra dove è rimbalzata scivolando sul ghiaccio potrà ricevere un po' di luce solare durante il viaggio di avvicinamento a quasi venti chilometri al secondo della cometa al Sole.

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   Una sonda si posa su una cometa

Sulla Terra la piccola sonda secondaria che si è posata sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko peserebbe circa cento chilogrammi ma nello spazio è virtualmente priva di peso per questo ha dovuto essere arpionata al suolo della cometa dopo la lenta discesa durata sette ore dal distacco dalla sonda principale Rosetta su uno dei pochi punti poco accidentati scelti, ad una distanza di quasi cinquecento milioni di chilometri dal nostro pianeta. Sarebbero già disponibili delle fotografie scattate durante la complessa manovra di avvicinamento, mentre si attendono i dati e le rilevazioni dei campioni di cometa ad esempio prese dalla trivella dal momento che si tratta di una specie di analisi sulla struttura del Sistema Solare al tempo della sua formazione oltre quattro miliardi e mezzo di anni fa con l'ipotesi che le comete possano aver portato molta acqua sulla Terra contribuendo alla formazione degli oceani ed in questo modo forse della vita.

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   Una cometa è stata raggiunta dalla sonda Rosetta

Per riuscire a raggiungere con la sonda Rosetta la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko gli astronomi hanno dovuto effettuare complesse manovre trasmesse con degli impulsi che impiegano ciascuno oltre ventidue minuti per arrivare ai comandi della sonda quindi la sequenza inviata per l'avvicinamento finale ha richiesto quasi due giorni dopo dieci anni di viaggio dalla terra e per la prima volta è stato possibile ottenere delle riprese ravvicinate del corpo celeste (grande come un quartiere di una città) che risulta piuttosto irregolare. Il lancio della sonda è stato effettuato nel marzo del 2004 e ha sfruttato con una serie di passaggi orbitali le gravità della Terra e di Marte per aumentare la propria velocità e raggiungere la cometa che avrebbe dalle rilevazioni un'atmosfera di gas e polveri ed anche una chioma che poi si evidenzierà con il progressivo avvicinamento al Sole, poi in novembre si dovrebbe procedere ad ulteriori analisi dirette.

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   Struttura a strati per il satellite Ganimede

Secondo le osservazioni degli astronomi Ganimede è uno dei cinque satelliti del sistema solare che potrebbe avere sotto la superficie ghiacciata degli oceani nascosti e si ipotizza che ci possa essere come una specie di struttura a strati a causa del sensibile effetto della salinità sugli oceani, e quindi ad un primo strato ghiacciato sulla superficie segue uno strato d'acqua, poi un secondo strato ghiacciato seguito ancora da acqua, un terzo strato ghiacciato ed infine uno strato d'acqua sopra un più profondo fondale roccioso. Si stima che Ganimede che orbita intorno al grande pianeta gassoso Giove possa avere venticinque volte il volume degli oceani della Terra con una profondità di ottocento chilometri e dal momento che si pensa che le prime forme di vita sulla Terra si siano formate da bolle termali fuoriuscite dal fondale degli oceani dall'interazione di acqua e roccia, per analogia anche Ganimede potrebbe avere le stesse condizioni favorevoli.

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   Nuovo piccolo pianeta nel sistema solare

Con un telescopio in Cile di quattro metri è stato individuato un nuovo pianeta davvero molto piccolo (circa quattrocentocinquanta chilometri di diametro), molto distante dal Sole, rossastro e così ghiacciato che la sua consistenza potrebbe essere più dura di quella di una roccia terrestre, provvisoriamente chiamato 2012 VP113; ma gli astronomi avvertono che la finestra di osservazione esaminata è molto piccola e centinaia di corpi celesti orbitanti intorno al sistema solare attendono di essere avvistati di cui alcuni probabilmente più grandi di Plutone o forse anche di dimensioni maggiori a Marte e alla stessa Terra. Nella sua orbita fortemente eccentrica questo pianeta nano non si avvicina più di dodici miliardi di chilometri dal Sole e nel punto più lontano la distanza aumenta notevolmente fino sessantasette miliardi di chilometri dalla nostra stella impiegando quattromila anni per effettuare un'orbita completa intorno al Sole.

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   Individuate le onde gravitazionali

Come accade alle onde che si propagano nell'acqua da un determinato punto anche nello spazio delle deboli onde gravitazionali, primordiali ondulazioni, si propagano nel cosmo alla velocità della luce e gli astronomi con un radio telescopio al Polo Sud avrebbero individuato queste onde che attraversano lo spazio e contribuiscono a dare una spiegazione alla teoria di espansione dell'Universo ed anche a quella della relatività generale ipotizzata da Einstein e pubblicata nel 1915. Nei primi istanti dell'Universo una grande esplosione avrebbe provocato la cosiddetta inflazione cosmica (tipo un pallone che si gonfia) in modo rapidissimo con onde gravitazionali che rimangono a testimonianza di una specie di primitivo tremore. Altre teorie che ancora non sono state provate come quella delle "supercorde", ma che ormai sembrano più plausibili, pongono degli interrogativi al modello di Cosmo basato sul Big Bang.

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   Ripulitura sperimentale dai detriti nello spazio

Attorno al pianeta circolano oltre ventimila detriti spaziali della grandezza di un'arancia, almeno da quanto risulta dalle stime degli astronomi che considerano questa cosiddetta "spazzatura spaziale" un vero pericolo per i satelliti, le stazioni e le missioni nello spazio, per questo motivo tecnici giapponesi avrebbero messo a punto una specie di catena elettrodinamica lunga trecento metri fatta di sottili cavi di acciaio e alluminio per la ripulitura dai detriti che dovrebbero essere spinti verso la terra e in parte bruciati dall'atmosfera terrestre. Non sarà necessaria energia per alimentare questo apparato dal momento che la sua oscillazione dovrebbe generare elettricità interagendo con il campo magnetico della Terra anche se si tratta di un progetto ancora sperimentale reso necessario dall'aumento esponenziale dei detriti nello spazio colpiti a ripetizione da frammenti che come proiettili viaggiano a ventottomila chilometri orari.

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   Osservazione nel cielo di corpi celesti

La notizia che una cometa osservata per caso annunciata come spettacolare anche per il comune osservatore ad occhio nudo si è invece dissolta nel suo passaggio ravvicinato vicino al Sole richiama alla memoria altri avvenimenti del passato che hanno ispirato importanti scritti, ad esempio nel 1604 fra il 9 ed il 10 ottobre gli occhi degli astronomi cercavano di vedere la congiunzione celeste di Giove, Saturno e Marte e quindi il loro avvicinamento, ma ad un certo punto osservarono comparire con stupore un corpo celeste che diventò piuttosto luminoso per poi sparire. In seguito a questa scoperta Galilei decise di scrivere un dialogo ironico utilizzando per precauzione uno pseudonimo in cui già metteva in discussione alcune posizioni astronomiche del tempo in cui dominava la concezione delle "stelle fisse, perfette e di eterno moto"; infatti, evidentemente non dovevano essere così fisse se potevano apparire e scomparire improvvisamente.

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   Individuata una galassia lontanissima

Utilizzando un telescopio di dieci metri alle Hawaii un'equipe internazionale di osservatori avrebbe individuato una galassia che si è formata oltre tredici miliardi di anni fa e quindi calcolando come data del big bang anteriore di ulteriori ottocento milioni di anni si tratterebbe di una delle più lontane galassie mai osservate; inoltre, questa volta l'avvistamento di una formazione stellare considerata anche molto attiva sarebbe confermata con lo spettrografo. Per calcolare le distanze si valuta lo spostamento verso il rosso (redshift) della lunghezza d'onda delle righe spettrali dei corpi celesti esaminati, tenendo conto della radiazione del fondo cosmico, dal momento che un gas caldo di fotoni residui di una grande primitiva esplosione riempie l'universo. Questa teoria ultimamente non è più così scontata e potrebbe essere possibile che lo scontro o la fusione di due universi abbia prodotto il nostro, un po' come accade in modo figurato quando si scontrano due pianeti.

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   Individuato propilene sul satellite Titano

Una componente chimica di tipo plastico come il propilene molto presente nella vita normale sulla terra dal momento che si usa (raffinato in polietilene) per i comuni contenitori per il cibo nelle cucine sarebbe stata individuata dalla sonda Cassini utilizzando uno spettrometro ad infrarossi su Titano un satellite di Saturno, la cui atmosfera è composta di idrocarburi ed in special misura metano e poi azoto. L'azione del Sole e dei suoi raggi ultravioletti combinata con particelle spinte con forza dal campo magnetico di Saturno scompongono il metano e probabilmente i frammenti si aggregano in molecole più grandi come per questo caso in cui troviamo tre atomi di carbonio e sei di idrogeno per un ingrediente chimico plastico abbastanza particolare. Nel 1655 Huygens ha scoperto Titano che ha un periodo di rivoluzione di 15,9 giorni intorno a Saturno, ed in passato è stato anche individuato una specie di continente riflettente sotto l'atmosfera che lo avvolge.

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   Previsioni su aumento del livello dei mari

Dopo aver ribadito che i cambiamenti climatici nel pianeta derivanti dalle attività umane sono inequivocabili, gli esperti internazionali hanno rivisto i dati relativi al rialzo del livello dei mari entro il 2100 che passa da 18 - 59 centimetri previsti nel 2007 ad un aumento quantificabile fra i 26 - 82 centimetri dal momento che i ritmi di disgelo nell'artico sarebbero raddoppiati, poi per quanto riguarda le temperature medie globali difficilmente si riuscirà ad evitare un aumento di due gradi entro fine secolo anche se in questo caso vi sono diversi scenari di previsione. Dal 2007 sarebbero notevolmente aumentate le capacità di calcolo dei modelli climatici ed i dati sono liberamente disponibili, quindi non esiste nessun complotto (considerando che ultimamente sono state avanzate critiche su questi modelli) e comunque come progrediscono le conoscenze sul clima così si procede ad aggiornare i calcoli che rimangono sempre delle previsioni migliorabili.

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   Studi riguardo una cometa passata vicino al Sole

L'atmosfera solare ed il suo campo magnetico sono stati studiati solo tramite modelli computerizzati dal momento che i satelliti inviati dall'uomo si scioglierebbero per il calore del Sole, poi non sarebbero nemmeno visibili per l'intensa luce solare, ma analizzando i dati e le immagini ricavate da telescopi di una cometa scoperta nel 2011 e passata indenne nella corona solare (anche se dopo un paio di giorni il corpo celeste fatto di ghiaccio si è disciolto) i ricercatori sarebbero riusciti ad avere delle informazioni sull'atmosfera solare ed il campo magnetico che non sarebbe stato possibile ottenere in altro modo. La luminosità della cometa "Lovejoy" è aumentata molto avvicinandosi al Sole e quindi con temperature di milioni di gradi Celsius e poi la sua coda ha subito come delle interferenze, quasi una specie di danza, a causa del forte campo magnetico solare dando la possibilità per la prima volta di comprendere alcune sue caratteristiche.

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   Ipotesi sulla formazione della Luna

Fra le ipotesi più accreditate sulle origini della Luna vi sarebbe quella di un grande corpo celeste che ha colpito la Terra quattro miliardi e mezzo di anni fa causando un disco di detriti che in seguito si sono addensati formando il nostro satellite ed il calore che si è sviluppato in seguito all'impatto avrebbe fatto volatilizzare l'idrogeno ed altri elementi volatili dando alla luna l'aspetto secco che vediamo sin dalle origini. Nuove analisi sia da missioni spaziali che su campioni di suolo lunare presi dalle missioni Apollo avrebbero evidenziato che rimangono tracce d'acqua sia sulla superficie che sotto che ha come una particolare impronta digitale, che può essere identificata dalla quantità di idrogeno e deuterio (un isotopo dell'idrogeno che ha un neutrone in più), e secondo i ricercatori l'acqua potrebbe provenire da una cometa con alta percentuale relativa di deuterio-idrogeno e si pensa anche ad un'elevata presenza di condriti carbonacee.

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   Dati della sonda Voyager-1 allo studio

Analizzando i dati che riguardano la distanza della sonda Voyager-1 alcuni ricercatori sostengono che potrebbe essere ormai, con i suoi diciotto miliardi di chilometri di distanza dalla Terra, oltre l'influenza del Sole anche se non tutti concordano su questa ipotesi e sostengono che si trova ancora nel Sistema Solare, in ogni caso è notevole la longevità di questo strumento umano di osservazione lanciato nel 1977, che però è dotato di una poco ecologica fonte di energia a plutonio che si esaurirà nel giro di circa una decina di anni facendo spegnere la strumentazione di bordo. La sonda che viaggia nel vuoto ad una distanza oltre centoventi volte quella fra la Terra ed il Sole trasmette dei segnali che impiegano sedici ore per raggiungere la Terra ed i dati che riguardano i raggi cosmici e la potenza in diminuzione delle particelle energetiche ad alta intensità suggeriscono che potrebbe trovarsi ai bordi (heliopausa) del Sistema Solare.

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   Ipotesi allo studio riguardo l'origine dell'universo

Analizzando i dati rilevati con il satellite "Planck" gli astrofisici avrebbero disegnato una specie di mappa a colori della radiazione di fondo, come fosse una fotografia dell'universo da bambino, con una precisione molto maggiore rispetto al passato ed hanno ipotizzato che potrebbero esserci altre teorie valide oltre a quella del big-bang (13,8 miliardi di anni fa) come ad esempio un universo ciclico o lo scontro di due universi all'origine di quella grande energia che poi nel tempo si è trasformata in materia e poi atomi (a partire dalle galassie, stelle, pianeti fino alle creature viventi). Le nostre conoscenze sono attualmente ancora troppo limitate per avere un quadro esaustivo della questione, ma qualche dettaglio in più ricavato anche da altri studi consente di azzardare l'ipotesi che vi possano essere miliardi di universi e quindi con la possibilità che possano scontrarsi oppure fondersi liberando sempre grandi quantità di energia di cui rimane una debole traccia rilevabile.

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   In arrivo due comete visibili ad occhio nudo

Ogni anno è possibile osservare con i telescopi diverse comete e da giovedì [07/03] sarà possibile vedere ad occhio nudo una cometa che si sta avvicinando al Sole, mentre a novembre un'altra cometa potrebbe dare spettacolo con la sua lunga coda illuminata dai raggi solari; infatti, cometa deriva dal greco kometes che significa stella (testa) con lunga capigliatura e nella chioma dovrebbe esserci una specie di "palla di neve sporca" che sarebbe un nucleo di ghiaccio formato da acqua gelata, metano, ammoniaca e gas cianogeno miscelati con materia minerale che sublimano quando il corpo celeste si avvicina al Sole ed il gas in questo modo trascina anche delle particelle di polvere che riflettono la luce del Sole. Si pensa che le comete possano essere catturate dal pianeta Giove ed il moto diventa da parabolico ad ellittico, la coda si forma da materiale ionizzato della chioma spinto lontano dalla radiazione elettromagnetica e corpuscolare del Sole.

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   Un piccolo asteroide passa vicino alla Terra

Secondo i calcoli degli astronomi un piccolo asteroide chiamato 2012 DA14 (sigla derivante dalla data della scoperta) di circa quarantacinque metri dovrebbe passare oggi nel pomeriggio vicino al nostro pianeta ad una distanza inferiore a quella dei normali satelliti di comunicazione, ma non vi sarebbe alcun pericolo di impatto e nemmeno la possibilità di vederlo ad occhio nudo sia a causa delle sue piccole dimensioni che per l'alta velocità tipo proiettile - [pare nessun rapporto con la pioggia di meteoriti sugli Urali che oggi ha ferito circa mille persone]. Si pensa che l'origine degli asteroidi derivi da piccoli corpi rocciosi che non si sono aggregati per formare un pianeta fra Marte e Giove. Poter osservare questo oggetto con telescopi potenti potrà dare agli astronomi delle informazioni importanti su questi corpi celesti che possono in teoria anche colpire la Terra, come accaduto in Siberia nel 1908 nella zona del fiume Tunguska dove la foresta fu distrutta forse da un meteorite o da una cometa causando un fenomeno particolare mai del tutto chiarito.

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   Scansione di una roccia basaltica marziana

Utilizzando un raggio laser per vaporizzare la superficie di una piccola roccia del pianeta Marte individuata nel cratere dove il rover "Curiosity" sta effettuando delle perlustrazioni i ricercatori stanno cercando di individuare con una telecamera particolare quale sia la sua struttura chimica di base, in pratica più che altro per mettere a punto le apparecchiature di bordo del robot che devono verificare se il suolo marziano presenti le caratteristiche necessarie a supportare la vita. La roccia analizzata con questo sofisticato strumento (ChemCam) che utilizza una scintilla per scandagliare i colori della materia sarebbe una comune roccia basaltica, ma si attende che il rover sia pilotato da terra verso un punto in cui si pensa che vi possa essere acqua e poi in futuro consentire una specie di eventuale "allunaggio" umano, tecnica ben più difficile e complessa che richiede il calcolo di numerosi computer con complicate simulazioni.

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   Temperature monitorate su Marte e sulla Terra

Mentre il nuovo grosso rover posizionato su Marte sta monitorando temperature ad oltre ottanta gradi sotto zero sulla Terra i termometri registrano spesso picchi di caldo record legati al surriscaldamento climatico ed ormai ci sarebbe anche una polemica sulla decisione americana di voler rimuovere l'obiettivo di cercare di mantenere il surriscaldamento globale sotto i due gradi centigradi. Le condizioni di vita su Marte non sono adatte alla vita "umana" a causa delle radiazioni e temperature in media troppo basse e per il momento (si tratta di una prima fase di esplorazione) dal robot spinto da una poco ecologica pila nucleare non è stata trovata acqua ma abbondante polvere. Da segnalare cambiando scenario climatico e pianeta che piogge torrenziali hanno colpito le Filippine con settantadue vittime e ottocentocinquantamila sfollati, poi in Honduras ed in Cina la popolazione si prepara a fronteggiare tempeste tropicali e tifoni.

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   I granelli di sabbia di Archimede

Potrebbe sembrare a prima vista che i granelli di sabbia non siano numerabili, ma Archimede scomparso ~ duemiladuecento anni fa a Siracusa nel 212 a.C. non si arrese all'evidenza e nell'opera Arenaria ricorrendo alle misure di grandezza disponibili ai suoi tempi riuscì a calcolare quante miriadi di miriadi di granelli di sabbia potessero riempire la sfera del globo e del cosmo conosciuto (utilizzando in questo caso i calcoli di Aristarco con ipotesi eliocentrica). Quello che poi sarà chiamato calcolo infinitesimale era per l'acuta mente del matematico greco un normale metodo di ricerca utile per le sue dimostrazioni sulle misurazioni del cerchio, della sfera, sul cilindro.. ed ucciso e derubato rudemente dai romani pare che la sua tomba fosse riconoscibile proprio per la traccia di un cilindro ed una sfera a ricordare i suoi studi. I tempi attualmente sono sempre difficili ed ormai i "retori" si sono impossessati anche della maieutica socratica.

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   Considerazioni sulla scoperta del bosone di Higgs

Poco tempo dopo la smentita che il neutrino possa essere più veloce della luce arriva l'annuncio "epocale" della scoperta del bosone di Higgs, ma questa volta ci sarebbero le conferme della presenza di questa specie di campo che genera la massa di tutte le particelle fondamentali che aggregano il bosone di Higgs per guadagnare peso, un po' come accadrebbe con dei pezzettini di carta assorbente (di diversa dimensione e spessore) che si impregnano di inchiostro quando sono posti al suo contatto. Questo ingrediente del modello standard, secondo cui tutta la materia è formata da quark e leptoni, è importante per la comprensione della struttura dell'universo anche se alcuni sostenevano da tempo che non è ben chiaro se il bosone di Higgs possa avere o meno una massa dal momento che se la ricaverebbe dal suo stesso campo i relativi calcoli sulle dimensioni dell'universo lo ridurrebbero alle dimensioni di un palla da gioco. [2015 - già si ipotizza la presenza di un'altra particella].

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   In orbita un nuovo telescopio molto potente

Un telescopio molto potente in grado di osservare lo spettro elettromagnetico a raggi X ad alta energia con dettagli del cielo cento volte circa più precisi degli strumenti tradizionali è stato messo in orbita; con questa tecnologia di ultima generazione sarà possibile scrutare il centro della galassia, poi cercare di dare una spiegazione a fenomeni come l'esplosione di stelle ed i raggi cosmici. Da poco astronomi giapponesi avrebbero individuato una galassia distante quasi tredici miliardi di anni luce utilizzando dei telescopi alle Hawaii, osservazioni che si sommano a quelle effettuate nel 2010 con il telescopio spaziale Hubble e che tenderebbero a confermare la teoria del cosiddetto big bang per cui l'universo sarebbe stato "originato" da un'esplosione oltre tredici miliardi di anni luce fa, e quindi la ricerca si sta avvicinando a quello che è considerato un limite anche se ormai avanza l'ipotesi che ci possano essere altri universi.

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   Transito di Venere sul Sole

Un tempo si credeva che ci fossero due pianeti al posto di Venere per la sue caratteristiche oscillazioni per chi lo osserva di seguire il Sole dopo il tramonto e precederlo prima che sorga, ed il 06/06 all'alba dovrebbe essere possibile osservarlo da alcune zone dell'Italia (equipaggiati di telecamera o filtri molto scuri sugli occhi) mentre transita sopra il disco solare come un puntino scuro, almeno nella sua fase finale se le condizioni meteorologiche lo permetteranno. Venere è il secondo pianeta del sistema solare e dista dal Sole in media centosette milioni di chilometri intorno al quale ruota con un periodo di duecentoquarantaquattro giorni, mentre la distanza dalla Terra varia da 258 a 42 milioni di chilometri, l'allineamento fra Sole Venere e Terra si è già verificato ad esempio nel 1874, 1882, 2004; ma per effetto delle inclinazioni reciproche dei piani orbitali variano anche le linee di intersezione con allineamenti più o meno precisi durante i transiti.

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   Calcoli su collisioni fra galassie

Da osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble è risultato che la galassia di Andromeda si sta avvicinando alla velocità di quattrocentomila chilometri orari alla Via Lattea da cui dista due milioni e mezzo di anni luce ed è destinata senza dubbi prima a collidere fra quattro miliardi di anni e poi a fondersi con la nostra galassia fra sei, ma questo non significa necessariamente che ci sarà qualche collisione fra le stelle delle due galassie che dovrebbero occupare orbite differenti girando attorno ad un nuovo centro galattico. In teoria secondo calcoli simulati il sistema solare non sarà in pericolo di essere distrutto e si troverà semplicemente in un'altra zona della galassia in questo futuro molto distante in cui la nebulosa di Andromeda considerata gemella alla nostra si fonderanno a causa dell'azione della materia oscura che pare possa causare sia l'espansione accelerata dell'universo sia l'avvicinamento delle due galassie.

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   Eclissi anulare in Giappone e calendari astronomici

Da lunedì [21/05] all'alba sarà possibile vedere in Giappone ed in una determinata fascia di circa trecento chilometri un'eclisse anulare di particolare intensità con la Luna che oscurerà parzialmente il Sole lasciando visibile un anello esterno luminoso che sarà ripreso con tecniche innovative per poter restituire fedelmente allo spettatore televisivo il fenomeno nelle sue vari fasi (fra appelli delle autorità a risparmiare nell'uso di elettricità soprattutto nei prossimi mesi estivi a causa dello spegnimento di tutte le centrali nucleari). Per quanto riguarda invece altri tipi di previsioni astronomiche più o meno attendibili come quelle attribuite ai Maya, pare che sia stato trovato un altro calendario astronomico che comincia dove finisce uno molto conosciuto che è stato evidentemente interpretato non correttamente, comunque gli studi hanno reso possibile comprendere quanto fosse avanzata nell'antichità la conoscenza dell'armonia celeste.

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   Ipotesi di microbi su Marte allo studio

Procedendo alla rianalisi dei dati della missione Viking del 1976 su Marte che aveva definito il pianeta rosso "privo di vita" con moderne tecnologie gli scienziati ipotizzano che potessero essere presenti dei microbi nei campioni di suolo raccolti dalla sonda, che poi sono stati uccisi per errore esponendoli ad una temperatura di centosessanta gradi Celsius, e la conferma deriverebbe dal confronto con le recenti emissioni di metano trovate sul pianeta che sono considerate compatibili per la sopravvivenza di qualche forme di vita. Per quanto riguarda le prossime indagini sul suolo di Marte bisognerà aspettare il mese di Agosto per analizzare i campioni presi da una nuova sonda anche se già era stato ipotizzato che il terreno di tipo acido ed alcalino fosse adatto per particolari coltivazioni, ma questa considerazione non deve far pensare che il freddo pianeta rosso sia un luogo adatto alla vita umana dal momento che sarebbero necessarie un gran numero di protezioni.

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   I primi satelliti per telecomunicazioni

I segnali transoceanici viaggiavano un tempo solo attraverso dei cavi marini e nel 1962 fu possibile tramite un satellite attivo (progetto "Telstar") equipaggiato con opportuni apparati riceventi, amplificatori e trasmittenti consentire la telecomunicazione a grandi distanze nel globo anche se era fattibile far riflettere il segnale in modo passivo sui satelliti, ma con conseguente debole ricezione a terra. Un satellite si muove attorno ad un corpo celeste a velocità ed altezza costante in base alle leggi di attrazione per cui due corpi si attraggono con una forza proporzionale al prodotto della loro massa ed inversamente al quadrato della distanza; però, a volte cadono a terra se i calcoli non sono eseguiti correttamente, ad esempio nel gennaio 1978 un satellite spinto da un reattore a radioisotopi della serie "Cosmos" (il primo fu lanciato il 16 marzo 1962) precipitò sul Canada spargendo sul terreno particelle radioattive nella zona di Manitoba.

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   Attività solare in aumento

Attesi per circa una settimana i picchi di attività solare con intensità "G-3", ma fino ad ora sono state registrate solo lievi tempeste solari e geomagnetiche con eruzioni sulla superficie solare che praticamente non hanno avuto nessun effetto sulla terra (almeno rispetto ai pericoli prospettati di eventuali disturbi sulle apparecchiature elettriche), salvo delle intense e spettacolari aurore boreali. L'attività solare dovrebbe raggiungere il suo massimo il prossimo anno con un ciclo naturale di undici anni e non si esclude che vi possano anche essere forti tempeste "G-5" che possono causare estesi blackouts elettrici e di comunicazioni tecnologiche a terra, difficoltà a gestire i voli ad alta quota e seri problemi di interferenze alle stazioni spaziali. Non ci dovrebbero essere comunque disagi particolari ed in passato il danno è stato soprattutto economico o dovuto alle difficoltà di far ripartire i sistemi informatici costringendo ad esempio a resettare i computer nello spazio.

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   Intravisto il Bosone di Higgs senza conferme

Quello che molti considerano come la particella subatomica alla base della struttura della materia e quindi dell'Universo visibile sarebbe stata intravista utilizzando il costoso LHC presso Ginevra, anche se la descrizione dell'evento epocale per certi versi ricorda quella recentemente sentita [non vera] per il neutrino più veloce della luce e quindi senza conferme certe che possano consentire di rivendicare la scoperta. Peter Higgs nel 1964 ipotizzò in una simulazione mentale della materia basata sul calcolo e con la collaborazione di altri fisici che ci dovesse essere una particella che dava la massa alle altre con un campo "di forze" (di Higgs) che spiegava come le varie particelle dovessero interagire fra di loro, e questa intuizione è considerata plausibile e quindi tramite il Large Hadron Collider si cerca utilizzando energie grandissime di mettere a punto una statistica delle collisioni di particelle che svaniscono velocemente, ma che possano confermare le teorie di Higgs.

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   Raggiunti nuovi record di gas ad effetto serra

Secondo organizzazioni internazionali che monitorano la salute dell'ambiente le emissioni di gas serra nell'atmosfera avrebbero raggiunto concentrazioni record nel 2010 e sarebbero aumentate più velocemente rispetto al decennio precedente e per esempio la concentrazione di metano in confronto con l'era pre-industriale sarebbe aumentata del centocinquantotto percento, considerando che si tratta di un gas che provoca un effetto serra molto marcato, in confronto al biossido di carbonio aumentato del trentanove percento e l'ossido di azoto aumentato del venti percento. Da tenere presente che dal 1958 si è cominciato a monitorare sistematicamente le concentrazioni di CO2 nel pianeta rilevando un dato di circa trecentoquindici ppm (parti per milione) che sono aumentate gradualmente, mentre quelle di metano crescevano più rapidamente principalmente a causa dell'abbattimento delle foreste e della loro sostituzione con fattorie e dello scioglimento dei ghiacci polari.

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   Un asteroide passa abbastanza vicino alla Terra

Non sarebbe un pericolo ma un'opportunità secondo gli astronomi il passaggio di un asteroide delle dimensioni all'incirca di una porta-aerei abbastanza vicino alla Terra (trecentoventicinquemila chilometri); infatti, sarà possibile osservare se questi corpi rocciosi trasportino i "semi della vita" costituiti da materia basata su elementi come il carbonio ed acqua sotto forma di ghiaccio o intrappolata in minerali. L'asteroide 2005 YU55 passerà fra la Terra e la Luna e dovrebbe essere visibile dall'Italia per qualche giorno [fino al 10/11] con un telescopio di almeno quindici centimetri, sempre se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, anche dagli astrofili consentendo di osservare le asperità ed i crateri che lo contraddistinguono. Un altro asteroide chiamato Apofis passerà più vicino alla terra il 13 aprile 2029, questo grande corpo roccioso preoccupa un po' gli astronomi anche se non dovrebbe essere nella traiettoria di impatto con il nostro pianeta.

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   Identificato un sottile strato di ozono su Venere

Sulla Terra l'ozonosfera rende possibile la vita proteggendo gli organismi viventi filtrando i dannosi raggi UV provenienti dal Sole e gli scienziati avrebbero scoperto che anche intorno a Venere ci sarebbe uno strato di ozono centinaia di volte meno denso di quello presente sul nostro pianeta; infatti, osservando le stelle attraverso l'atmosfera di Venere esse risulterebbero meno luminose a causa proprio dell'effetto filtro per i raggi ultravioletti svolto da un sottile strato di ozono (gas con tre atomi di ossigeno). Studi precedenti avevano già ipotizzato che sia su Marte che su Venere in tempi molto remoti ci potesse essere stata un'atmosfera simile a quella della Terra, poi trasformazioni chimico-fisiche avrebbero causato cambiamenti radicali fino a rendere quasi impossibili eventuali forme di vita. Da ricordare che sulla Terra in alcune zone è stato registrato ultimamente un allargamento del buco nell'ozonosfera che avrebbe apparentemente andamenti ciclici.

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   Eclissi di Luna e ceneri vulcaniche

La Luna durante l'eclissi totale ben visibile, nuvole permettendo, in Italia dopo le ore 22 dovrebbe apparire di una colorazione rossa molto scura anche a causa del materiale vulcanico proiettato a grandi altezze dal vulcano Puyehue-Cordon-Caulle in Cile, dal momento che i raggi solari che sfiorano il globo terrestre saranno rifratti nell'atmosfera dalle ceneri vulcaniche mentre il satellite della Terra passerà proprio nella parte centrale del cono d'ombra. Le fasi lunari furono studiate dai Caldei e successivamente dai Greci che con l'astronomo Metone (V sec. a.C.) raggiunsero una notevole precisione di calcolo, tanto che ancora oggi si usa un particolare numero aureo d'ordine, che varia fra uno e diciannove ed era inciso a caratteri d'oro su un tempio, per ricavare le posizioni della Luna; ma rimane sempre un piccolo scarto che fu corretto parzialmente dall'astronomo Callippo variando il numero di lunazioni e relativi calcoli.

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   Individuata una parte non visibile dell'universo

Con una prolungata osservazione dell'universo tramite raggi X durata circa tre mesi una studentessa australiana sarebbe riuscita ad individuare quella particolare parte della materia del cosmo che ha una massa calcolabile ma non è visibile con i normali telescopi; quindi, questa scoperta oltre a dare una spiegazione a quello che è considerato quasi un "mistero della scienza" potrebbe portare a variazioni nelle tecniche e tecnologie costruttive dei telescopi. La ricerca inusuale è stata possibile sfruttando la caratteristica ipotizzata della materia non visibile di avere temperature molto alte, dell'ordine di un milione di gradi Celsius, che possono essere analizzate con l'utilizzo di strumenti che per rendere visibile la materia confrontano sui bersagli le lunghezze d'onda dei raggi X; è curioso che questa operazione sia riuscita ad una studentessa mentre gli astrofisici avevano cercato per decenni inutilmente.

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   Eclissi parziale di Sole in Italia

Le eclissi di Sole sono state studiate inizialmente dagli assiro-babilonesi che riuscirono ad individuare il ciclo di circa diciotto anni chiamato "Saros" che scandiscono il ritmo delle eclissi di Sole e Luna, ma fu Talete che grazie alle conoscenze geometriche riuscì a dare le prime spiegazioni di questo fenomeno che sarà ad esempio ben visibile il 04/01 dall'Italia (specialmente al Nord). L'eclissi parziale di Sole comincerà alle sette e quarantacinque del mattino e costringerà chi vuole osservarla a munirsi di occhiali molto scuri tipo saldatore o vetri affumicati in modo da non danneggiare la retina anche se gli esperti hanno comunicato che la foschia e le polveri potrebbero attenuare la potenza dei raggi solari; ma è preferibile comunque proteggere bene gli occhi. Da ricordare che ad Ipparco si deve la complessa teoria degli epicicli e deferenti per calcolare le geometrie del cielo, teorie che poi furono molto sviluppate e completate dai pitagorici.

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   Luci notturne eccessive chimicamente inquinanti

Le luci per l'illuminazione notturna delle città che se usate senza criterio aumentano la luminosità del cielo provocherebbero un inquinamento di tipo chimico, almeno dai risultati di uno studio che avrebbe evidenziato come le emissioni inquinanti provenienti dalle attività umane sarebbero in parte ripulite naturalmente durante le ore notturne, ma questo meccanismo risulterebbe ostacolato a causa di una reazione chimica provocata dal chiarore notturno e poi anche l'azione del sole non contribuisce a dissolvere ulteriormente queste componenti inquinanti. Dai risultati di questa ricerca sembrerebbe importante cercare di puntare verso il basso le luci di illuminazione notturna, facendo in modo che non siano riflesse verso l'alto in modo che non favoriscano l'effetto di aumentato chiarore e luminosità notturna (fenomeno di inquinamento luminoso da anni denunciato come poco "salutare" anche per l'osservazione del cielo).

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   Tracce di mercurio nei resti di Tycho Brahe

Uno studio effettuato nel 1996 sui capelli e baffi del famoso astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601) di famiglia svedese ma i cui resti sono conservati a Praga dove è deceduto per una infezione avevano evidenziato la presenza di tracce di mercurio in quantità piuttosto elevate, ed ora ulteriori analisi sono state effettuate con una microcamera che ha monitorato il luogo dove è sepolto in una chiesa individuando altri oggetti utili alle indagini ed anche tramite questi reperti stanno cercando di appurare le cause effettive del decesso. Una versione "ufficiale" dichiarava che l'astronomo potesse essere deceduto per una malattia renale, ma avanza ormai anche l'ipotesi dell'avvelenamento da mercurio [18/11/12 forse la dose era troppo bassa per uccidere], con il sospetto che l'assistente Giovanni Keplero potesse avere responsabilità nel delitto. Da segnalare che la teoria eliocentrica del sistema solare era ben nota ai pitagorici e considerata quasi scontata ad esempio da Archimede.

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   Piccole trascurabili rughe sulla Luna

Le osservazioni del suolo lunare hanno evidenziato qualche segno di erosione come piccole rughe che solcano la superficie del satellite terrestre ed anche le dimensioni strumentali registrano un leggera (trascurabile) diminuzione delle "dimensioni" della Luna, che mostra sempre la stessa faccia ad un osservatore dalla Terra dal momento che la rotazione intorno al suo asse si è armonizzata a quella del nostro pianeta a differenza dei primordi del sistema solare. La Luna ha un diametro di 3.476 chilometri circa e influenza con il variare della sua distanza dalla Terra, dal Perigeo (364.000 chilometri) all'Apogeo (406.700 km) molti fenomeni terrestri alcuni più visibili come le maree, altri molto meno, come la circolazione dei liquidi corporei e probabilmente molti eventi naturalistici impercettibili delle piante; tanto che gli agricoltori seminano, potano e raccolgono i frutti in periodi collegati alle varie posizioni della Luna.

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   Archimede e la quadratura della parabola

Fra i maggiori matematici e scienziati dell'antichità bisogna ricordare Archimede di Siracusa (287 - 212 a.C.), discepolo dell'astronomo e matematico Conone di Samo e continuatore del calcolo infinitesimale dei pitagorici riuscì ad applicare il calcolo anche alla meccanica e all'idrostatica raggiungendo risultati che hanno influenzato molte opere tecniche e di ingegneria nonostante il metodo di dimostrazione non proprio rigoroso che presuppone che si conosca già il risultato finale dei suoi calcoli per poter giungere alla soluzione completa. Notevole è l'opera sui corpi galleggianti e l'invenzione della "coclea" costituita da una vite senza fine per realizzazioni idrauliche, poi i calcoli sulla sfera ed il cilindro, le leve, la quadratura della parabola (leggendari gli specchi ustori).. Fu ucciso rudemente da un soldato romano che lo interrogava e a cui si rifiutò di rispondere, continuando a studiare sui suoi disegni e calcoli matematici.

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   Musica, Pitagora e l'Universo

Partendo dallo studio della musica e dai rapporti di ottava ricavati dalla lunghezza di una corda vibrante Pitagora e i discepoli della sua scuola a Crotone (fondata nel 531 a.C. circa) ricavarono una regola numerica di armonia universale per cui i pianeti si disponevano intorno ad un fuoco centrale in una teoria eliocentrica secondo un preciso rapporto matematico probabilmente di derivazione musicale. Molte delle conoscenze dei pitagorici andarono perdute in seguito alla distruzione della loro casa-scuola ad opera dei cosiddetti "democratici" [ ... ] che bruciarono vivi quasi tutti gli adepti a parte due (citati nei dialoghi platonici con i relativi discepoli), ma si può intuire che la regola per il calcolo della distanza nella disposizione dei dieci pianeti intorno al Sole centrale fosse basata sulle potenze del numero tre rituale, da notare che anche nella legge empirica attuale sulle distanze planetarie di Titius-Bode si utilizza una formula matematica.

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   Astronomia, ottica e conoscenze pitagoriche

Quando si sente parlare di nuove scoperte nel campo dell'astronomia o dell'ottica bisognerebbe considerare che le prime osservazioni "corrette" sono state effettuate dai pitagorici che applicavano la teoria dei numeri allo studio dello spazio; infatti, il filosofo Filolao di Crotone (o Taranto, V sec. a.C.) sosteneva l'ipotesi eliocentrica (teoria ripresa da Aristarco di Samo ed Eraclide Pontico) e probabilmente aveva intuito che il moto dei pianeti era governato da una regola collegata all'attrazione che questi corpi celesti esercitavano, ed il moto apparente del Sole doveva essere spiegato con le leggi dell'ottica. In questo ultimo settore le teorie che poi furono sviluppate da Aristotele arrivarono fino ad influenzare l'opera più importante scritta in questo campo a Bologna nel 1660: "Della luce, dei colori e dell'iride" dal gesuita Francesco Maria Grimaldi (1618 -1663), in cui sono trattate diffrazione, frequenza, vibrazione dei corpuscoli.. natura dei colori.

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   Sperimentazioni con il Large Hadron Collider

Sono ricominciati il 30/03 dopo le riparazioni effettuate al grande anello (LHC) che si estende per 27 chilometri fra Svizzera e Francia vicino a Ginevra gli esperimenti per riprodurre in scala ridotta ai fini di studio gli effetti del Big Bang, facendo collidere particelle quasi alla velocità della luce grazie ad una "esplosione artificiale" molto forte di energia di 7 TeV o teraelettronvolts controllata dai tecnici che possono anche aumentare questa potenza. Questo acceleratore ha fatto molto discutere sui costi di ben 3,9 miliardi di euro del progetto e sui pericoli sconosciuti che questo nuovo tipo di tecnologia potrebbe nascondere (anche se alcune polemiche non sembrano avere fondamento reale), dal momento che si tratta sempre di sperimentazioni nucleari; ma gli scienziati sono interessati a scoprire la struttura intima della materia e della cosiddetta materia oscura invisibile che si stima possa riempire circa il 96 percento del cosmo.

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   Nuove ipotesi sul pianeta Nettuno

Un tempo non si conosceva il pianeta Nettuno dal momento che non era visibile ad occhio nudo, e mentre Urano è stato scoperto solo grazie al telescopio per Nettuno era stata intuita l'esistenza a causa di "perturbazioni" proprio nell'orbita di Urano applicando la regola della gravitazione universale di Newton (o Hooke), ed ora si ipotizza che abbia anche inglobato un pianeta ai margini del sistema solare che gli ha consentito di aumentare notevolmente le sue dimensioni. Questa teoria darebbe una spiegazione anche allo strano calore che si sprigiona da questo "lontano" pianeta che ha un satellite (Tritone) che si muove con un senso di rotazione opposto probabilmente perché è stato catturato a causa di un sensibile rallentamento. Nettuno è una sfera di gas (idrogeno, elio, metano, ammoniaca) a temperatura bassissima dalle dimensioni e campo gravitazionale notevoli, ma densità più bassa di quella dell'acqua.

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   Ipparco di Nicea e l'astronomia

Uno dei primi studiosi astronomici fu Ipparco di Nicea che visse in Bitinia o forse a Rodi fra il 160 ed il 120 a.C. ed è considerato il fondatore dell'astronomia matematica ed autore di un importante "Catalogo delle stelle" ricco di osservazioni sulle posizioni degli astri annotate anche da altri scienziati, e soprattutto conosciuto per aver scoperto il fenomeno della precessione degli equinozi, per aver gettato le basi per lo studio della trigonometria e per aver costruito la diottra ed altri strumenti astronomici. Probabilmente anche l'astrologia con annotazioni e collegamenti fra posizioni di stelle e data di nascita degli individui si deve proprio ad Ipparco, ma bisogna considerare che le osservazioni dell'epoca erano piuttosto approssimative (ad esempio il valore della parallasse solare che lo scienziato calcolò fu adottato per secoli pur essendo molto errato); inoltre, ormai la scienza moderna ha evidenziato che l'influenza effettiva delle stelle sulle vicende legate alla storia non è dimostrabile.

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   Conquista della Luna e tecnologia

La cosiddetta "conquista" della Luna con l'obiettivo di portare l'uomo a camminare sul suolo del corpo celeste satellite della Terra cominciò quaranta anni fa, il 16 luglio 1969 data in cui l'Apollo 11 con a bordo tre astronauti riuscirono a fare allunare il 20 luglio Neil Armstrong ed Edwin A. Aldrin, con complesse manovre per l'epoca, il piccolo modulo LEM staccatosi dalla navicella Columbia rimasta in orbita intorno alla Luna con Michael Collins ai comandi in attesa dei compagni. Gli astronauti scoprirono il 21 luglio che il suolo lunare non è coperto da strati di polvere, ma di roccia e sassi.. poi lasciarono una targa: "Qui uomini del pianeta Terra per primi hanno messo piede sulla Luna, luglio 1969 AD, siamo venuti in pace per l'umanità"; ma l'atmosfera in realtà era quella cupa della guerra fredda (ed alcuni dicono che nelle guerre la prima a morire è la verità), caratterizzata da uno scontro tecnologico a tutti i livelli anche in campo mediatico. [..Un passo davvero oscuro per la scienza].

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   Sodio e vapore su una luna di Saturno

La sonda Cassini avrebbe rilevato la presenza di sodio in vapori eruttati da lunghe fenditure presenti nella superficie di Encelado, una piccola luna di Saturno di appena cinquecento chilometri di diametro, e questa scoperta potrebbe anche significare la presenza di acqua nascosta in caverne nel sottosuolo dal momento che come è accaduto negli oceani sulla terra il sodio presente nelle rocce si è poi disciolto nell'acqua degli oceani. Alcuni anni fa si ipotizzava la presenza di acqua anche su Europa un satellite di Giove, ma i vapori ghiacciati di sodio presenti in piccole particelle lanciate nello spazio da Enceladus fanno sperare agli scienziati che vi possa essere la possibilità della presenza di tutti gli "ingredienti" necessari alla vita (acqua, energia e le basi chimiche utili alla formazione di molecole organiche complesse).. tuttavia sono necessari ulteriori studi prima di confermare questa importante scoperta.

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   Riparazioni effettuate al telescopio Hubble

Gli astronauti con un lavoro durato diversi giorni sembra siano riusciti a riparare il telescopio spaziale Hubble (2,4 metri di diametro posto a 550 km di distanza dalla terra) montando anche nuovi sofisticati strumenti che dovrebbero consentire l'osservazione dell'universo per un tempo stimato in circa cinque - dieci anni. Questo telescopio messo in orbita nel 1990 ha consentito di scattare immagini dall'ultravioletto all'infrarosso al di fuori dell'atmosfera di risoluzione molto superiore a quelle effettuate dagli osservatori astronomici sulla terra e prende il nome dallo scienziato Hubble Edwin Powel (1889 - 1953) che studiò la forma delle galassie e ne calcolò la distanza; inoltre, cercò di calcolare una costante di espansione dell'universo formulando la teoria del "big bang", intuendo che le galassie si fossero tutte allontanate da uno stesso punto come avviene in una esplosione, poi studiò l'ipotesi se l'universo potesse essere aperto o chiuso.

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   L'osservazione del cielo nell'antichità

Molti osservatori astronomici risentono dell'inquinamento luminoso che ostacola la visione dei telescopi terrestri che sembra abbiano anche difficoltà economiche proprio nell'anno astronomico "galileiano" 2009 e subiscono la concorrenza di quelli montati su satelliti e sonde che sono soggetti a minori disturbi ottici e consentono di scrutare lo spazio lontanissimo con maggiore precisione. L'osservazione del cielo è antichissima e già gli antichi egizi sembra avessero nozioni piuttosto precise sulla rilevazione di eventi astronomici ed anche le piramidi erano orientate in base alla posizione di alcune costellazioni, ma il primo astronomo che sostenne la teoria del moto apparente del Sole e dell'eliocentrismo fu il filosofo pitagorico Filolao di Crotone (V sec. a.C.), confermata poi da Aristarco di Samo.. ed anche Nicola Copernico (1473 - 1543) grazie alle osservazioni ed alla lettura dei testi greci sviluppò le sue teorie eliocentriche.

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   L'invenzione del telescopio

Manifestazioni in onore di Galileo Galilei (Pisa 1564 - Firenze 1642) hanno messo in luce quanto lo scienziato abbia contribuito a sviluppare quello che sarebbe diventato poi il telescopio, facendo numerose attente osservazioni ed esperimenti sugli ingrandimenti prodotti dalle lenti utilizzate nel cannocchiale, che abili artigiani italiani e dei Paesi Bassi erano già in grado da tempo di ricavare e successivamente allineare probabilmente grazie agli studi del napoletano Giambattista Della Porta (1535 -1615) scienziato e letterato autore dell'opera "Della rifrazione ottica" e inventore della camera oscura nel 1593. Precedentemente nonostante le immancabili persecuzioni riuscì a costruire a Venezia nel 1580 lo specchio parabolico, poi nel 1610 fu anche accolto nell'Accademia dei Lincei. Da ricordare poi il lavoro "illuminante" del gesuita Nicola Zucchi (Parma 1586 - Roma 1670) che fece studi di ottica che consentirono la realizzazione del telescopio.

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   Anniversari astronomici del 2009

Nell'anno 2009 si segnalano diversi anniversari astronomici come la "conquista" della Luna nel luglio del 1969 e soprattutto le prime osservazioni del cielo compiute da Galilei nel 1609 (evento straordinario per cui Galileo ringraziò il Signore) grazie agli ingrandimenti ottenuti apportando delle modifiche ad un cannocchiale, un'invenzione olandese avvenuta in quei tempi. Da notare che l'ipotesi eliocentrica oltre che da Copernico e da Galilei precedentemente fu sostenuta da Aristarco di Samo (310 - 230 a.C. circa), che nell'opera "Sulla grandezza e la distanza del Sole e della Luna" (tradotta prima dagli arabi e poi in latino da Giorgio Valla nel 1488) calcolò ingegnosamente ma con approssimazione il diametro del sole sette volte maggiore di quello della terra, quindi ne ricavò che fosse illogico pensare vista la consistente differenza in volume (300 volte) che un corpo più grande potesse girare attorno ad uno più piccolo.. per questa sua teoria fu accusato di empietà.

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   Al centro della galassia ci sarebbe un buco nero

Da alcuni anni si ipotizzava che al centro della Via Lattea ci fosse un buco "nero" (non visibile dal momento che persino la luce è catturata dalla grande forza di gravità) e grazie all'osservazione del movimento di alcune stelle che girano attorno al centro della galassia, degli astronomi tedeschi hanno rilevato che potrebbe quasi sicuramente derivare dalla presenza di questo grande buco nero con una massa quattro milioni di volte più grande del nostro sole. Altri studi segnalavano come la nostra galassia potrebbe avere al suo interno una specie di disco di "materia scura" che secondo alcuni calcoli dovrebbe rappresentare circa il 22% della massa dell'Universo e sarebbe come una specie di alone a bassa intensità che circonda la Via Lattea, poi ci sarebbe anche il 74% di una ancora poco conosciuta e fantomatica "energia scura" ed infine solo il 4% di materia visibile.. (in pratica non possiamo vedere la maggior parte dell'Universo che ci circonda).

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   Protezione degli astronauti nello spazio

Continua la corsa alla conquista dello spazio soprattutto dei paesi considerati un tempo "in via di sviluppo" nonostante le difficoltà di carattere economico (senza considerare l'impatto ambientale ed eventuali rifiuti spaziali).. ed anche per quanto riguarda le future missioni su Marte con la possibilità di portare l'uomo sul freddo pianeta rosso alcuni scienziati hanno pensato di adottare delle nuove tecnologie per proteggere gli astronauti dai protoni ed altre particelle subatomiche che possono danneggiare il DNA durante il lungo viaggio di circa diciotto mesi, dal momento che la distanza dalla Terra a Marte varia da 55 a 400 milioni di chilometri. Grazie ad esempio tramite l'utilizzo di una protezione con campi magnetici che simulano l'azione dei due poli sul nostro pianeta per deviare i raggi cosmici che possono causare gravi malattie, come tumori, cataratte agli occhi e disturbi neurologici di vario tipo.

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   L'infinito e gli insiemi di Georg Cantor

Quelli che sono stati definiti i paradossi dell'infinito, almeno per la mente umana, erano per il matematico G. Cantor oggetto di intenso studio e ricerca al limite delle capacità del pensiero, quasi una missione a favore dell'umanità che si può sintetizzare con la sua massima: "Lo vedo, ma non lo credo!", dal momento che esisterebbe una corrispondenza biunivoca senza eccezioni fra i punti di una retta e quelli di un piano, ed un quadrato o un cubo avrebbero incredibilmente la stessa "potenza" (concetto di insiemi infiniti - equipotenti) del loro lato. Cantor (Pietroburgo 1845 - Halle 1918) fu educato su principi religiosi dal padre agiato commerciante luterano e dalla madre che proveniva da una famiglia di musicisti, studiò a Zurigo, Berlino, Göttingen e poi insegnò matematica ad Halle dove ideò la teoria degli insiemi che è ancora alla base dei moderni concetti di "numerosità" e di infinito attuale, un lavoro avversato duramente dai colleghi tanto che finì per provocare nello studioso vari disturbi mentali e depressioni con conseguenti ricoveri psichiatrici, ma che ci ha regalato una nuova visione globale ed ha svelato la teoria dei numeri transfiniti (un Universo da osservare con gratitudine).

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   Un modello diverso di Universo

Vista dalla sonda Cassini la Terra sembrerebbe avere degli anelli, inoltre sono state individuate circa altre sessanta lune che appartengono al pianeta Saturno, ma la scoperta più interessante recentemente riguardo all'osservazione del Cosmo è relativa ad un ampio disco di polvere non avvistato in precedenza attorno ad un lontano sistema di stelle binario che potrebbe indurre gli astronomi a riformulare la concezione computerizzata dell'Universo almeno per quanto riguarda i buchi neri e la formazione dei pianeti (a causa delle grandi forze gravitazionali che si originano attirando la materia circostante). Qualche tempo fa era stata anche registrata vicino alla costellazione del Centauro a 220 anni luce dalla Terra la presenza di molecole organiche a base di carbonio ("Tolin") che dissolvendosi originerebbero degli amminoacidi che sono alla base della vita, che sono presenti anche nel sistema solare (ma sul nostro pianeta l'ossigeno ne impedisce la formazione).

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   Natale ortodosso

Per la religione russo ortodossa il 7 Gennaio è Natale dal momento che le festività religiose corrispondono al vecchio calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare che in quanto pontifex maximus sostituì le autorità religiose (che calcolavano le date delle celebrazioni religiose generalmente in base al movimento dei corpi celesti) perfezionando il sistema solare di tipo egiziano di 365 giorni grazie all'inserimento di un giorno ogni quattro anni (..come accade nel 2008 che è bisestile). Papa Gregorio XIII nel 1582 riformò il vecchio calendario un po' difettoso per cui vennero soppressi in quell'anno dieci giorni dal 5 al 15 Ottobre; inoltre, non furono più considerati bisestili gli anni dei secoli che non fossero divisibili per il numero 400, ma questa revisione non fu accettata dalla chiesa ortodossa, per cui anche la festività della nascita di Cristo non coincide nei due differenti riti (da segnalare che anche la rappresentazione del Presepe, introdotta da S.Francesco d'Assisi a Greccio nel 1223, purtroppo non è stata adottata).

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   Impalcatura universale

Le galassie e tutte le stelle dell'universo potrebbero essere sostenute da un'impalcatura invisibile formata dalla materia oscura, almeno da quanto risulterebbe agli scienziati di Baltimora che studiando la disposizione di grappoli di galassie hanno notato come la luce che ci arriva dallo spazio potrebbere essere deviata dagli ammassi di quella che sarebbe la struttura portante del cosmo. Forse oltre alle sempre valide leggi di gravitazione universale, ci potrebbero essere altre leggi che governano il moto del cosmo, ma sembrerebbe che le rilevazioni strumentali non siano costanti e molto ci sia ancora da scoprire sulla materia oscura.

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   Plutone non è più un pianeta

E' un periodo in cui si sentono molte discussioni sullo spazio, sembrava in un primo momento che fossero stati scoperti nuovi pianeti, ma le loro ridotte dimensioni hanno costretto per analogia a declassare anche Plutone; che scoperto nel 1930 impiega ben 247 anni per effettuare una rivoluzione completa intorno al Sole, da cui è così lontano che in pratica è solo un blocco di ghiaccio. Altra scoperta interessante è stata quella relativa alla materia oscura non visibile ma con una massa rilevabile dagli strumenti e dalle modificazioni indotte allo spazio circostante. Meno entusiasmanti invece, sono state le rivelazioni sulla vita infelice e disordinata degli astronauti scesi sulla Luna (c'é anche chi sostiene che l'uomo non sia mai riuscito a calpestare realmente il suolo lunare e che sia stata solo un'incredibile messa in scena degli USA per vincere la guerra fredda.. copiando parte dei trucchi precedenti degli avversari).

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   Stelle cadenti ritardatarie

Ormai sembrerebbe che cadano in ritardo di circa due giorni le lacrime trasformate in stelle cadenti di S. Lorenzo, che fu messo sulla graticola perché all'ordine di portare le ricchezze della chiesa radunò dei poveri e malati. Il famoso fenomeno collegato spesso ad espressione di desideri (pratica poetica e romantica anche se vana) dipende da una nuvola cosmica composta di detriti, frammenti di ghiaccio e dalle polveri rilasciate dalla cometa Swift-Tuttle che vengono in contatto con l'atmosfera terrestre; ma con il passare degli anni la scia delle "Perseidi" e di conseguenza il momento del contatto si è spostato di circa due giorni. Chi guarda il cielo in cerca delle sempre più rare stelle cadenti è spesso considerato uno sciocco nella società del denaro e della guerra, desiderare poi un po' di pace è veramente pura utopia (dal momento che in alcune parti del mondo cadono solo pestifere bombe).

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   Ufo tutti falsi avvistamenti

Ogni tanto capita che qualcuno avvisti un cosiddetto oggetto non identificato, che poi si rivela immancabilmente un trucco di dubbio gusto; e recentemente è stato rivelato dallo stesso autore del famoso filmato sull'autopsia a presunti alieni precipitati con la loro astronave, che era una macabra finzione in lattice di gomma ed interiora di animali (ma i medici che commentavano la fiction non se ne erano accorti ?) Purtroppo anche gli avvistamenti che molti di noi hanno visto nel cielo di oggetti con strane luci che sfrecciano a velocità elevatissime potrebbero essere il frutto di due tipi di tecnologie terrestri messe a punto da tedeschi e russi già al tempo della seconda guerra mondiale, sviluppate dagli americani e tenute abilmente nascoste. Naturalmente nell'Universo sconfinato ci saranno sicuramente tantissime forme di vita ma tanto intelligenti da non servirsi di macabri trucchi ed inganni televisivi (e poi potrebbero avere un aspetto ed un tipo di intelligenza molto diversa da come la nostra fantasia può immaginare ..con ipotesi multiverso).

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Astronomia                  


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