Ancora un tifone sferza le Filippine

Ad una settimana di distanza da un tifone un altro forte vortice chiamato "Fung-wong" caratterizzato da raffiche di vento che raggiungono i duecentotrenta chilometri orari sta interessando le coste est delle Filippine, si parla di due vittime e quasi un milione di persone evacuate. Gli esperti sostengono che il numero di tifoni non è aumentato con i cambiamenti climatici ma con mari più caldi accumulano maggiore energia e quindi le raffiche di vento e le precipitazioni piovose sono più forti, poi spesso si muovono lentamente con conseguente maggiore capacità distruttiva. Da segnalare cambiando argomento ma rimanendo su tematiche naturalistiche la grave crisi idrica a Tehran con le autorità iraniane costrette a razionare da tempo l'acqua nella capitale; infatti, non piove e nei mesi precedenti le alte temperature hanno prosciugato le riserve, si pensa anche ad evacuare la città.

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Contraddizioni emerse alla COP30 in Brasile

Mentre le autorità brasiliane a Belem dove si tiene la conferenza COP30 dove si discute per mitigare il surriscaldamento climatico globale sostengono che la Terra non può più sostenere un intensivo uso dei combustibili fossili alcuni hanno fatto notare come il Brasile continua a puntare sull'industria petrolifera per lo sviluppo del paese; si parla dell'autorizzazione all'esplorazione per lo sfruttamento di giacimenti a circa cinquecento chilometri dalla foce del fiume Amazon, perché in questo modo i fondi incarmerati con l'esportazione dei combustibili fossili dovrebbero accelerare la transizione ad energie più pulite. Gli ambientalisti sono arrivati a denunciare una specie di boicottaggio della conferanza, di ipocrisismo e un paradosso se si tenta di spronare a misure più ambiziose per limitare il surriscaldamento climatico con il cosiddetto "oro nero".

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Un forte tifone sferza il Vietnam centrale

Dopo aver causato almeno centottanta vittime e centotrentacinque dispersi nelle Filippine il forte tifone chiamato "Kalmaegi" ha colpito il Vietnam centrale; si parla di almeno due vittime, alcuni dispersi, oltre cinquecentotrentamila persone evacuate spesso con barche, poi frane e interruzioni della fornitura di energia elettrica. Ampie zone del Vietnam centrale sono già state interessate da recenti inondazioni a causa di precipitazioni piovose torrenziali e le previsioni annunciano altre forti piogge, poi questo tifone potrebbe dirigersi verso Laos e nord-est della Thailandia dove sono stati diramati degli avvisi di emergenza. Da segnalare cambiando argomento ma rimanendo su tematiche naturalistiche la temperatura anomala e molto calda monitorata in alcuni laghi nello stato di Amazonas in Brasile dovuta a siccità ed ondate di calore con casi record ed anche caldo definito brutale.

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Le emissioni globali rimangono sempre troppo elevate

Nonostante le iniziative adottate da molti paesi nel mondo (ultimamente quella da parte dell'Unione Europea di voler ridurre le emissioni del novanta percento entro il 2040 anche se con flessibilità) le emissioni globali rimangono sempre troppo elevate per fermare un surriscaldamento eccessivo del pianeta; infatti, sarebbero aumentate del 2,3 percento nel 2024 rispetto al 2023 un incremento con in testa a questa decisamente poco salutare classifica l'India, seguita da Cina, Russia ed Indonesia. Un aumento piuttosto alto considerando anni recenti e in pratica comparabile all'aumento delle emissioni degli anni 2000, ma l'Unione Europea è stata l'unica a tagliare le emissioni di gas ad effetto serra nel 2024. E' necessario per tutti i paesi che non hanno ridotto le emissioni fissare obiettivi più ambiziosi perché la traiettoria del surriscaldamento globale prevista è preoccupante.

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Ancora inondazioni nelle Filippine centrali

Sarebbero oltre quaranta le vittime a causa del tifone "Kalmaegi" e conseguenti inondazioni, si parla di intere città inondate nell'isola di Cebu nelle Filippine centrali con auto e camion trascinati dalla forza dell'acqua e a volte anche containers navali, con una situazione che le autorità definiscono senza precedenti e ci si aspettava che il pericolo derivasse dalle raffiche di vento ma sono le inondazioni devastanti i veri rischi per la popolazione. Centinaia di migliaia le persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni muovendosi spesso immersi nell'acqua fangosa ed alcuni affermano che si tratta del peggiore evento accaduto da decenni. Da segnalare cambiando scenario nove vittime in Nepal a causa di valanghe dovute a tempeste di neve e maltempo che hanno travolto e sepolto degli alpinisti impegnati nella scalata di note vette per questo tipo di sport.

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Un tifone sferza le Filippine centrali

Le autorità hanno evacuato decine di migliaia di persone a causa dell'arrivo del tifone chiamato "Kalmaegi", si parla di almeno una vittima per inondazioni che stanno interessando il paese con interruzioni della fornitura di energia elettrica in vaste aree. Particolarmente colpita dal maltempo con forti raffiche di vento la città di Sagay nella provincia di Negros, poi in quest'isola le forti precipitazioni piovose potrebbero causare frane fangose di materiale vulcanico dal vulcano Kanlaon che recentemente ha mostrato cenni di attività. Da segnalare cambiando argomento ma rimanendo su tematiche naturalistiche che in Indonesia a Papua almeno quindici persone, la maggior parte erano bambini, sono state travolte da inondazioni e frane dopo piogge torrenziali; sono disperse e si teme per la loro vita, pare che stessero tentando di attraversare un fiume prima di essere trascinati via.

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Terremoto in Afghanistan ed inondazioni in Vietnam

Sarebbero almeno venti le vittime e trecentoventi i feriti nel Nord dell'Afghanistan in una zona montagnosa a causa di un sisma di magnitudo 6.3 con epicentro presso la città di Mazar-e Sharif (che ha una popolazione di cinquecentoventitremila persone) con una profondità di circa ventotto chilometri; si parla di soccorritori che stanno cercando fra la macerie, poi di parte di una moschea crollata. Per quanto riguarda il Vietnam piogge torrenziali, fiumi esondati e conseguenti inondazioni hanno causato trentacinque vittime in aree centrali del paese, particolarmente colpite le città di Hue e Hoi An; sedicimilacinquecento case sono inondate d'acqua e decine di migliaia gli allevamenti di animali interessati ed anche spazzati via, spesso la popolazione si doveva muovere immersa nell'acqua ed anche con barche.

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Energia dal mare con un tubo di gomma flessibile

E' possibile produrre energia pulita dal mare utilizzando un grosso tubo flessibile di gomma naturale ancorato al fondale flessibile e durevole con tendini di rinforzo di gomma all'interno che galleggia seguendo il moto ondoso, un po' muovendosi in modo figurato come fosse un serpente "anaconda che fa surf" che galleggia sulle onde; almeno secondo ricercatori inglesi che sostengono che l'acqua entra nel tubo gonfiandolo, quando la velocità delle onde delle onde dell'oceano si avvicina a quella interna che rigonfia l'acqua del tubo che si muove galleggiando sulle onde produce il trasferimento di energia di risonanza con pressioni sulla struttura. Questo progetto è iniziato sedici anni fa sfruttando studi di decenni, poi si è proceduto a fare dei miglioramenti significativi riducendo la quantità di materiale necessario a produrre il tubo e riguardo la capacità di produrre energia.

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L'uragano nei Caraibi si avvicina alle Bermuda

Sarebbero quarantanove le vittime nelle isole caraibiche interessate dal forte uragano "Melissa", almeno secondo un nuovo bilancio luttuoso fornito dalle autorità che avvertono che ancora si stanno cercando dei dispersi sotto macerie e detriti causati dal passaggio del devastante vortice che si sta avvicinando alle Bermuda. Nessuna vittima segnalata a Cuba, ma l'isola è rimasta al buio con danni a case e raccolti in aree ad est, comunità isolate; poi oltre settecentotrentamila persone erano state evacuate ed i turisti ospitati in alberghi nell'interno più protetti. I ricercatori sostengono che a causa dei cambiamenti climatici l'intensità degli uragani si sta intensificando perché sono alimentati dal calore accumulato dalle acque superficiali del mare, poi spesso si muovono più lentamente e quindi con maggiore capacità distruttiva rispetto ad un passaggio relativamente più rapido.

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Un uragano sferza Haiti dopo aver interessato Giamaica

Sarebbero almeno venti le vittime ad Haiti a causa del passaggio del forte uragano "Melissa", nell'isola di Giamaica si parla di una scia di distruzione con raffiche di vento che raggiungevano anche i trecento chilometri orari soprattutto in regioni ad ovest e cinque vittime, poi vittime anche a Cuba e Repubblica Domenicana. Le Bahamas sono attualmente interessate da una tempesta di categoria due; infatti l'uragano ha perso progressivamente potenza, ma inizialmente su Jamaica si muoveva molto lentamente causando in questo modo maggiori distruzioni, alcuni dicono le peggiori mai verificatesi sull'isola con inondazioni, intere comunità che trovano difficoltà solo a sopravvivere con richiesta di aiuti ed assistenza, infrastrutture spesso sono danneggiate o distrutte, tetti scoperchiati, coltivazioni inondate.

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