Pagare il bus con bottiglie di plastica usate
Si stima che l'arcipelago delle isole dell'Indonesia sia secondo solo alla Cina riguardo l'inquinamento di residui di plastica nell'oceano e per risolvere il problema le autorità della grande città di Surabaya che si trova ad est di Java avrebbero promosso un'iniziativa ecologica che prevede di pagare due ora di corsa sui bus con dei rifiuti di plastica, dieci contenitori o almeno cinque bottiglie (a seconda delle dimensioni); infatti, i dati hanno evidenziato che il quindici percento corrispondenti a quattrocento tonnellate dei rifiuti giornalieri di Surabaya è costituito da plastica. Le scritte applicate a bottiglie o altri contenitori ed i tappi di plastica vengono rimossi dopo la raccolta e si procede a mandare i rifiuti agli impianti di riciclaggio, poi il ricavato del della materia prima recuperata viene destinato alle compagnie di trasporto con i bus e creare spazi verdi in città, contribuendo anche a migliorare l'aspetto urbano e quello delle spiagge.
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Data: 24/10/2018
n: 3908
Meno birra a causa dei cambiamenti climatici
Le sempre più frequenti ondate di calore e periodi di siccità danneggiano i raccolti di orzo, uno dei principali ingredienti nella produzione della birra insieme al malto, quindi ci si aspetta in futuro raccolti più scarsi e con una qualità molto minore considerando che l'orzo di elevata qualità è più sensibile ai cambiamenti climatici; inoltre, il prezzo di questa nota bevanda abbastanza salutare se bevuta in dosi moderate potrebbe anche raddoppiare (nella peggiore delle condizioni). La produzione di birra nel 2017 è stata di duecento miliardi di litri essendo la bevanda alcolica più popolare, ma essendo un prodotto sostanzialmente di lusso alcuni sostengono che dal momento che i cambiamenti climatici danneggiano anche atri raccolti, impoverendoli di proprietà nutritive, l'orzo potrebbe essere usato per il primario sostentamento delle popolazioni invece che nella produzione della birra.
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Data: 17/10/2018
n: 3902
Mangiare arance contro la degenerazione maculare
Uno studio effettuato consultando le abitudini alimentari di oltre duemila australiani adulti di età superiore ai cinquant'anni seguiti per un periodo di quindici anni avrebbe evidenziato che mangiare regolarmente arance previene la degenerazione maculare negli occhi e constatato dai dati una percentuale molto minore di ammalarsi rispetto alla media. Questa malattia è abbastanza comune fra gli australiani di età media e le persone che mangiano almeno un'arancia al giorno riscontrano avere una percentuale di rischio ridotta del sessanta percento di offuscamento della vista quindici anni dopo e questi vantaggi salutari sembrerebbero rimanere anche se si mangia una sola arancia alla settimana. I benefici deriverebbero dai flavonoidi presenti in molta frutta e verdura che sono potenti antiossidanti che si pensa abbiano importanti proprietà anti-infiammatorie sul sistema immunitario, poi i ricercatori hanno intenzione di cercare se vi siano ragioni genetiche ed ambientali.
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Data: 17/07/2018
n: 3821
Birra preparata in Svezia dall'età del ferro
La scoperta di cereali germinati carbonizzati in modo da ottenere malto in diversi forni realizzati per funzionare a moderata temperatura collocati in un'area separata di un insediamento umano in Svezia ha portato i ricercatori ad affermare che nelle regioni del Nord si preparasse la birra già dall'età del ferro, poi le quantità di malto carbonizzato suggeriscono che si trattasse di una produzione su larga scala preparata probabilmente per organizzare feste e per scambi commerciali. La birra è stata prodotta in Mesopotamia da prima del quattromila A.C. come dimostrano documenti legali ed immagini trovate dagli archeologi e questo significa come fosse un importante prodotto delle società antiche che richiede anche un'attenta preparazione; infatti, vi sono due fasi nella fabbricazione bagnando i cereali con acqua per consentire che possano germinare per un processo enzimatico e poi seccati nel forno per arrestare la germinazione.
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Data: 22/06/2018
n: 3799
Scarsità di vegetali per surriscaldamento climatico
Senza nuove pratiche agricole mirate alla crescita dei vegetali e la ricerca di varietà che possano resistere al surriscaldamento climatico si rischia di ritrovarsi nel futuro in una situazione di scarsità di vegetali indispensabili per una corretta alimentazione a causa della combinazione di due importanti fattori come la minore disponibilità di acqua e l'aria più calda, almeno da quanto risulta dalla revisione sistematica di centosettantaquattro studi basato sull'impatto dei cambiamenti climatici sui raccolti e relativo apporto nutrizionale di vegetali e legumi dal 1975. Alcune ricerche in passato sostenevano che una maggiore concentrazione nell'atmosfera di biossido di carbonio potesse favorire la crescita delle piante, ma questo vantaggio è annullato da altri fattori collegabili ai gas ad effetto serra come minori quantità di acqua disponibili per l'irrigazione e temperature più alte, di conseguenza si avranno raccolti di minore qualità.
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Data: 12/06/2018
n: 3790
Raccolti di riso meno nutrienti se aumenta il CO2
In paesi in via di sviluppo come Bangladesh, Indonesia e Cambogia il sostentamento di milioni di persone si basa prevalentemente su diverse varietà di riso che assicurano almeno il cinquanta percento di calorie e proteine quotidiane dell'apporto giornaliero; ma con l'aumentare della concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera i ricercatori di un'equipe internazionale avrebbero constatato quanto diminuiscano i nutrienti nei raccolti (proteine, ferro e zinco) e per la prima volta anche il declino di una vitamina essenziale come quella del gruppo B. Questo test effettuato con un esperimento che simula il passaggio dall'attuale concentrazione di quattrocentodieci parti per milioni ai cinquecentottanta previsti in futuro non riguarda solo i raccolti di riso, ma anche quelli di frumento e molte altre piante; inoltre, a causa dell'acidificazione degli oceani sarebbe dannoso anche per il microscopico fitoplancton alla base della catena alimentare.
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Data: 11/06/2018
n: 3789
Costa Rica primo paese senza plastica usa e getta
Si moltiplicano le iniziative per evitare la produzione di plastica o che non sia correttamente riciclata finendo nell'ambiente con conseguenze disastrose ed il primo paese intenzionato a vietare dal 2021 tutta la plastica a singolo utilizzo tipo usa e getta sarà il Costa Rica, seguito a breve di stanza di tempo nel 2022 dall'India; poi in Olanda esistono già supermercati privi di prodotti confezionati con la plastica e non mancano le proposte per nuovi tipi di imballaggi ecologici riciclabili e per evitare di utilizzare ad esempio gli involucri di plastica trasparente stampigliando direttamente sui prodotti indicazioni relative all'acquisto. Ripulire i mari dalla plastica, cercare di intercettarne i residui alla foce dei fiumi ed utilizzare i cosiddetti "batteri mangia plastica" non sembra essere utile quanto evitare del tutto di produrla ed ormai esistono valide alternative; ma è già sicuro che la plastica sia entrata nella catena alimentare con conseguenze poco salutari.
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Data: 09/06/2018
n: 3788
Regolamentazioni all'uso della plastica
Da tempo le autorità ambientali sostengono che la plastica stia diventando una fra le più gravi minacce per l'ecosistema tanto da essere entrata nella catena alimentare con effetti non ancora chiari per la salute ed ora l'Unione Europea ha proposto una serie di regolamentazioni per ridurre l'impatto sull'ambiente con il divieto di vendita di piatti, bicchieri, cannucce di plastica, cotton fioc ed altri oggetti da sostituire con corrispondenti ecologici oltre entro il 2025 arrivare al quasi completo riciclo delle bottiglie tramite un sistema a cauzione; poi ad esempio su salviette umidificate usa e getta e prodotti similari dovrà essere chiaramente evidenziato sulla confezione quali sarebbero le conseguenze di un'eventuale dispersione nell'ambiente. L'ultima manifestazione degli ambientalisti contro il crescente inquinamento da plastica (che sta uccidendo le tartarughe) si è svolta domenica ad Hong Kong con una campagna di raccolta sulle spiagge.
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Data: 29/05/2018
n: 3778
Tanta plastica rilasciata dai ghiacci dell'Artico
Ad un primo sguardo certe zone remote dell'Artico coperte di ghiacci potrebbero sembrare pulite ed incontaminate ma i ricercatori avrebbero rilevato oltre dodicimila piccoli pezzi di plastica imprigionati in un singolo campione esaminato abbastanza piccolo da stare in una mano e questo significa che man mano che i ghiacci si fonderanno con il surriscaldamento climatico una gran quantità di plastica sarà rilasciata nel mare. Fra i residui più comuni di plastica abbastanza piccoli da poter essere mangiati dai pesci ed entrare nella catena alimentare sono stati individuati i tipi utilizzati in buste e bottiglie di plastica, pitture, reti da pesca e filtri di sigarette. La concentrazione più alta quantificabile in circa dodicimila particelle per litro, quasi esclusivamente polietilene, proviene dal ghiaccio del bacino di Makarov che potrebbe essersi originato nel nord-est dell'oceano Pacifico dove galleggia un'enorme aggregazione di rifiuti di plastica.
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Data: 26/04/2018
n: 3750
Consumare cinque portate di frutta e verdura
Quanto fosse salutare per l'organismo mangiare molta frutta è verdura è noto ed un nuovo studio effettuato da ricercatori australiani su oltre novecentocinquanta donne di settanta anni di età o più anziane avrebbe verificato tramite esame ad ultrasuoni delle carotidi nel collo pareti dei vasi più sottili e minore accumulazione di placche soprattutto in chi mangiava molte crucifere come broccoli, cavolfiori, cavoli e cavoletti di Bruxelles; quindi con minori rischi per l'apparato cardiovascolare. Meno di una persona su dieci consuma il minimo di portate di frutta e verdura raccomandate dalle linee guida e ad esempio questo nuovo studio dimostra comparando le donne con apporto nel regime alimentare di meno di due portate al giorno con quelle che consumavano almeno tre portate una differenza di spessore delle carotidi quantificabile in un cinque percento in meno (il test non era mirato per sondare differenze nello spessore delle carotidi), poi i vegetali sono anche ricchi in vitamine e minerali che hanno dimostrato di ridurre le infiammazioni e lo stress ossidativo che sono fattori che possono contribuire nell'insorgenza di malattie cardiovascolari.
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Data: 06/04/2018
n: 3734
Alimentazione
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