Mangiare più riso per essere meno obesi
Confrontando il consumo di riso, sia riguardo i grammi assunti che calcolando l'apporto calorico, in centotrentasei paesi un ricercatore giapponese avrebbe notato come nei paesi dove il consumo è maggiore scende la percentuale di individui obesi anche se la causa di questo migliore stato di forma fisica non è ben chiara. Forse il riso integrale è ricco di fibre e nutrienti che danno nel pasto un maggiore senso di sazietà all'organismo e quindi prevenendo l'assunzione di altri alimenti e comunque è noto da tempo che le popolazioni asiatiche che tendono a consumare più riso spesso sono piuttosto magre (tenendo anche presente lo stile di vita e fattori socioeconomici). Secondo gli esperti basterebbe aumentare il consumo di riso di cinquanta grammi al giorno per ridurre di un percento l'obesità mondiale e quindi da seicentocinquanta milioni di adulti a seicentoquarantatre e mezzo.
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Data: 09/05/2019
n°: 4077
Nutrizione equilibrata utile per salute e pianeta
Si stima che nel globo un milione di persone siano malnutrite e all'opposto due milioni nutrite in eccesso, tanto che i ricercatori affermano che questo tipo di alimentazione globale squilibrata è in pratica la principale causa di decesso rispetto ad altri fattori di rischio oltre ad avere effetti negativi sul clima del pianeta (come ad esempio accade per l'eccessivo consumo di carne e di dolciumi contenenti olio di palma). Fra le cattive abitudini alimentari monitorate vi sarebbero quelle relative al consumo di bevande zuccherine, in media dieci volte superiori alle quantità raccomandate, quelle di sale raggiungono l'ottantasei percento in più; mentre è abbastanza ridotto l'apporto di cibi salutari come frutta e verdura, almeno rispetto alle cinque portate al giorno suggerite in genere. L'epidemia mondiale di obesità è un carico davvero pesante per l'ambiente quindi bisognerebbe cominciare con l'insegnare ai bambini le basilari buone abitudini alimentari.
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Data: 12/04/2019
n°: 4056
Microplastica nei fondali del Mare del Nord
In trentacinque campioni raccolti nei fondali del Mare del Nord e di Barents presso installazioni di sfruttamento di idrocarburi e gas è stata trovata della microplastica, almeno da quanto risulta dalle analisi di un istituto norvegese che avrebbe riscontrato come vi sia un pericolo per la catena alimentare dal momento che dei vermi setola molto presenti nei fondali si nutrano inavvertitamente di microplastica e poi siano mangiati dai pesci e successivamente dagli uomini. Per il momento non si conoscono bene i rischi reali per la salute ma i ricercatori norvegesi che si sono sorpresi di fare questa scoperta in alto mare starebbero realizzando una mappa sulle fonti e sul tipo di microplastica trovata anche se di alcuni campioni non si conosce la provenienza; inoltre, un alto numero di frammenti somigliano a plastica ma non si riesce a capire se lo siano veramente.
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Data: 21/02/2019
n°: 4011
Produzione di plastica destinata ad aumentare
Nonostante si siano moltiplicate le iniziative per cercare di sostituire la plastica con materiali ecologici e ci siano stati degli accordi nelle prime settimane del 2019 fra le maggiori industrie del petrolchimico per ridurne l'impatto ambientale (definiti più che altro di facciata) si prevede che la produzione di plastica continuerà ad aumentare nei prossimi anni e forse si arriverà a quadriplicarla per il 2050, considerando che gran parte di essa finirà in mare e nell'ambiente dal momento che le quote di materiale effettivamente riciclato sono in pratica in percentuale minime. La richiesta sempre maggiore degli impianti petrolchimici potrebbe diventare la principale spinta di crescita al consumo di combustibili fossili con conseguenti grandi quantità di emissioni di biossido di carbonio nell'atmosfera. La plastica fa parte della vita quotidiana e si nasconde in molti prodotti insospettabili, ma bisogna rinunciarvi perché è già entrata nella catena alimentare.
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Data: 08/02/2019
n°: 4000
Scarsità di riserve di acqua per l'irrigazione
L'agricoltura intensiva richiede grandi quantità di acqua la cui richiesta difficilmente può essere soddisfatta e questo problema è risultato evidente in Spagna colpita come altri paesi europei da una prolungata ondata di calore in estate; infatti, secondo alcuni l'incidente occorso ad un bambino precipitato in un pozzo illegale non segnalato in Andalusia è stato causato dal bisogno di trovare nuove fonti d'acqua. Scarse precipitazioni piovose, ondate di calore e un territorio troppo sfruttato significa avere meno energia idroelettrica e quindi per compensare maggiori emissioni di CO2 da combustibili fossili, poi scavare pozzi richiede energia, pompe ed irrigazioni da alimentare, considerando anche l'impoverimento di parchi e zone naturalistiche che un tempo erano ricche di acqua. La problematica globale di dover trovare nuove riserve d'acqua deve essere risolta se non si vogliono nuovi conflitti fra le nazioni.
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Data: 02/02/2019
n°: 3995
Poca acqua di falda per i cambiamenti climatici
Tutto il sistema sotterraneo impregnato d'acqua costituito da strati di terreno, roccia e sabbia che rifornisce le riserve di acqua di falda si sta impoverendo a causa dei cambiamenti climatici con effetti già tangibili ed un rischio che aumenta sempre più con il tempo considerando che oltre due miliardi di persone la usano per bere ed irrigare i campi. Si tratta di una specie di meccanismo di ricarica naturale attraverso l'acqua piovana che filtra dalla superficie fino al sottosuolo mantenendosi in equilibrio con fiumi, laghi ed oceani dove lentamente fluisce; quindi qualsiasi variazione si riperquote a catena ed ha una specie di memoria a lungo termine come ad esempio accade nel Sahara che subisce gli effetti dei cambiamenti climatici verificatisi diecimila anni fa. E' necessaria un'azione immediata per le future generazioni anche contro l'inquinamento per tutelare questa indispensabile risorsa naturale.
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Data: 22/01/2019
n°: 3985
Patate poco adattabili ai cambiamenti climatici
La pianta della patata sembra crescere piuttosto bene con il surriscaldamento climatico ma quello che poi importa per il raccolto è la produzione di tuberi che secondo un nuovo studio cala drasticamente; infatti, mentre il contenuto di clorofilla in tutta la pianta cresce il raccolto di tuberi diminuisce fino al novantatre percento a seconda del tipo di cultivar (alcune non riescono nemmeno a formare il tubero) e le condizioni simulate dai ricercatori con temperature di trentacinque gradi Celsius di giorno e ventotto di notte sono già state sperimentate effettivamente nella realtà. Difficile trovare una cultivar che si adatti al surriscaldamento climatico dal momento che la migliore selezione avrebbe ottenuto una diminuzione del settanta percento del raccolto comunque bisognerà cercare di minimizzare il problema con nuove varietà ed anche con una stagione di raccolto più breve.
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Data: 21/12/2018
n°: 3959
Scelte alimentari influenzano il clima
Chi mangia carne deve essere consapevole che questa scelta alimentare poco salutista può influenzare pesantemente il clima globale; infatti, ad esempio il Brasile non vuole rispettare gli accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni inquinanti e procedere senza divieti, considerati penalizzanti, alla deforestazione della foresta amazzonica per ricavare pascoli per il bestiame da macellare. Senza i cosiddetti polmoni verdi del pianeta già pesantemente danneggiati con il taglio di alberi in un'area di oltre settemila chilometri quadrati sarà davvero difficile contenere il rialzo delle temperature globali, poi bisogna tenere conto della deforestazione in molti paesi del globo per fare spazio a vaste piantagioni di alberi di palma da olio molto utilizzato in dolci di bassa qualità e dannosi per la salute. Questo ciclo vizioso che alimenta l'effetto serra finirà per danneggiare anche le coltivazioni che consentono una corretta alimentazione.
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Data: 05/12/2018
n°: 3945
Una balena piena di plastica in Indonesia
Nello stomaco di una balena in avanzato stato di decomposizione localizzata nell'est dell'Indonesia sono state ritrovate centoquindici tazzine di plastica, quattro bottiglie, venticinque buste di plastica ...ed altri mille residui di materiale plastico per un totale di quasi sei chili; quindi questa scoperta fa sospettare che molti altri animali marini siano contaminati allo stesso modo dall'inquinamento prodotto dalla plastica e questo è molto pericoloso anche per la vita umana. L'Indonesia è un arcipelago di duecentosessanta milioni di persone ed è dopo la Cina il secondo maggiore inquinatore ambientale riguardo i rifiuti plastici (su quasi tre milioni di tonnellate prodotte oltre un milione finisce in mare); inoltre, secondo alcuni bisognerebbe far comprendere alla popolazione che questo inquinamento è un nemico comune cominciando dall'insegnamento nelle scuole e con iniziative che mirino alla riduzione dell'uso della plastica.
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Data: 21/11/2018
n°: 3933
Restrizioni in Germania contro il glifosato
Per proteggere la biodiversità in Germania gli agricoltori se vorranno continuare ad usare il glifosato ed altri simili erbicidi dovranno dal 2020 evitare di spargere questi pesticidi sul dieci percento del terreno agricolo con l'intenzione anche di cambiare il processo di approvazione legislativo in modo che non vi sia un impatto nocivo sull'ambiente di altre molecole magari ancora più pericolose usate in sostituzione del glifosato; poi ci saranno dei divieti per le aree ecologicamente più sensibili e presso le fonti d'acqua. I regolamenti in generale prevederanno un divieto dell'uso di pesticidi entro venti metri dall'acqua; inoltre, nei giardini privati e nei parchi vi sarebbe il suggerimento ad un divieto dell'uso di diserbanti. Da segnalare anche che una crema gelato al cioccolato distribuita in Francia, Germania, Olanda e Regno Unito in cui erano state trovate tracce considerate rischiose di glifosato aveva provocato le proteste degli ambientalisti.
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Data: 07/11/2018
n°: 3920
Alimentazione
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