Le api in Francia raccolgono poco nettare

Gli apicoltori in Francia si lamentano che a causa delle avverse condizioni climatiche le api non raccolgono nulla e gli alveari sono praticamente vuoti con pochissimo miele, tanto che sono costretti a nutrire gli insetti con sciroppo perché soffrono la fame, poi vi è anche un'ondata di calore ad aggravare la situazione. La popolazione di api negli ultimi anni è stata decimata da pesticidi, parassiti, cambiamenti climatici o una combinazione di questi fattori, poi in genere gli insetti e la regina vivono meno; quindi ci si aspetta una stagione con scarsa produzione di miele, dal momento che ad esempio gli alberi di acacia sono stati danneggiati dal freddo dopo un inverno con temperature altalenanti e in primavera ha piovuto molto e le api non hanno potuto bottinare, anche se potrebbe verificarsi un recupero entro fine stagione. Da tenere presente che raccogliendo il nettare dai fiori le api impollinano le piante poi trasferiscono con la bocca il succo zuccherino ad altre api nell'alveare.

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Meglio mangiare stando seduti

I cibi avrebbero un migliore sapore se si mangia seduti e rilassati rispetto ad una precaria stazione eretta; infatti, secondo i ricercatori il senso vestibolare che è responsabile di bilanciamento, postura ed orientamento spaziale interagendo con il sistema gustatorio sensoriale influenza la percezione di sapori ed aromi dei cibi, poi quando si sta in piedi la forza di gravità spinge il sangue nelle parti più basse del corpo e quindi l'organismo accresce il battito cardiaco attivando per conseguenza l'asse ipotalamico-pituitario adrenalinico che porta ad una maggiore concentrazione di cortisolo, ormone dello stress. I cibi che normalmente hanno un buon sapore stando in piedi e quindi mangiando in posizione poco confortevole appaiono meno gradevoli al palato (e con minore appagamento), la sensibilità sensoriale è ridotta con impatto sulla valutazione del sapore riguardo cibi e bevande, della temperatura e della percezione di volume dei cibi ingeriti.

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Mangiare più riso per essere meno obesi

Confrontando il consumo di riso, sia riguardo i grammi assunti che calcolando l'apporto calorico, in centotrentasei paesi un ricercatore giapponese avrebbe notato come nei paesi dove il consumo è maggiore scende la percentuale di individui obesi anche se la causa di questo migliore stato di forma fisica non è ben chiara. Forse il riso integrale è ricco di fibre e nutrienti che danno nel pasto un maggiore senso di sazietà all'organismo e quindi prevenendo l'assunzione di altri alimenti e comunque è noto da tempo che le popolazioni asiatiche che tendono a consumare più riso spesso sono piuttosto magre (tenendo anche presente lo stile di vita e fattori socioeconomici). Secondo gli esperti basterebbe aumentare il consumo di riso di cinquanta grammi al giorno per ridurre di un percento l'obesità mondiale e quindi da seicentocinquanta milioni di adulti a seicentoquarantatre e mezzo.

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Nutrizione equilibrata utile per salute e pianeta

Si stima che nel globo un milione di persone siano malnutrite e all'opposto due milioni nutrite in eccesso, tanto che i ricercatori affermano che questo tipo di alimentazione globale squilibrata è in pratica la principale causa di decesso rispetto ad altri fattori di rischio oltre ad avere effetti negativi sul clima del pianeta (come ad esempio accade per l'eccessivo consumo di carne e di dolciumi contenenti olio di palma). Fra le cattive abitudini alimentari monitorate vi sarebbero quelle relative al consumo di bevande zuccherine, in media dieci volte superiori alle quantità raccomandate, quelle di sale raggiungono l'ottantasei percento in più; mentre è abbastanza ridotto l'apporto di cibi salutari come frutta e verdura, almeno rispetto alle cinque portate al giorno suggerite in genere. L'epidemia mondiale di obesità è un carico davvero pesante per l'ambiente quindi bisognerebbe cominciare con l'insegnare ai bambini le basilari buone abitudini alimentari.

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Microplastica nei fondali del Mare del Nord

In trentacinque campioni raccolti nei fondali del Mare del Nord e di Barents presso installazioni di sfruttamento di idrocarburi e gas è stata trovata della microplastica, almeno da quanto risulta dalle analisi di un istituto norvegese che avrebbe riscontrato come vi sia un pericolo per la catena alimentare dal momento che dei vermi setola molto presenti nei fondali si nutrano inavvertitamente di microplastica e poi siano mangiati dai pesci e successivamente dagli uomini. Per il momento non si conoscono bene i rischi reali per la salute ma i ricercatori norvegesi che si sono sorpresi di fare questa scoperta in alto mare starebbero realizzando una mappa sulle fonti e sul tipo di microplastica trovata anche se di alcuni campioni non si conosce la provenienza; inoltre, un alto numero di frammenti somigliano a plastica ma non si riesce a capire se lo siano veramente.

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Produzione di plastica destinata ad aumentare

Nonostante si siano moltiplicate le iniziative per cercare di sostituire la plastica con materiali ecologici e ci siano stati degli accordi nelle prime settimane del 2019 fra le maggiori industrie del petrolchimico per ridurne l'impatto ambientale (definiti più che altro di facciata) si prevede che la produzione di plastica continuerà ad aumentare nei prossimi anni e forse si arriverà a quadriplicarla per il 2050, considerando che gran parte di essa finirà in mare e nell'ambiente dal momento che le quote di materiale effettivamente riciclato sono in pratica in percentuale minime. La richiesta sempre maggiore degli impianti petrolchimici potrebbe diventare la principale spinta di crescita al consumo di combustibili fossili con conseguenti grandi quantità di emissioni di biossido di carbonio nell'atmosfera. La plastica fa parte della vita quotidiana e si nasconde in molti prodotti insospettabili, ma bisogna rinunciarvi perché è già entrata nella catena alimentare.

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Scarsità di riserve di acqua per l'irrigazione

L'agricoltura intensiva richiede grandi quantità di acqua la cui richiesta difficilmente può essere soddisfatta e questo problema è risultato evidente in Spagna colpita come altri paesi europei da una prolungata ondata di calore in estate; infatti, secondo alcuni l'incidente occorso ad un bambino precipitato in un pozzo illegale non segnalato in Andalusia è stato causato dal bisogno di trovare nuove fonti d'acqua. Scarse precipitazioni piovose, ondate di calore e un territorio troppo sfruttato significa avere meno energia idroelettrica e quindi per compensare maggiori emissioni di CO2 da combustibili fossili, poi scavare pozzi richiede energia, pompe ed irrigazioni da alimentare, considerando anche l'impoverimento di parchi e zone naturalistiche che un tempo erano ricche di acqua. La problematica globale di dover trovare nuove riserve d'acqua deve essere risolta se non si vogliono nuovi conflitti fra le nazioni.

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Poca acqua di falda per i cambiamenti climatici

Tutto il sistema sotterraneo impregnato d'acqua costituito da strati di terreno, roccia e sabbia che rifornisce le riserve di acqua di falda si sta impoverendo a causa dei cambiamenti climatici con effetti già tangibili ed un rischio che aumenta sempre più con il tempo considerando che oltre due miliardi di persone la usano per bere ed irrigare i campi. Si tratta di una specie di meccanismo di ricarica naturale attraverso l'acqua piovana che filtra dalla superficie fino al sottosuolo mantenendosi in equilibrio con fiumi, laghi ed oceani dove lentamente fluisce; quindi qualsiasi variazione si riperquote a catena ed ha una specie di memoria a lungo termine come ad esempio accade nel Sahara che subisce gli effetti dei cambiamenti climatici verificatisi diecimila anni fa. E' necessaria un'azione immediata per le future generazioni anche contro l'inquinamento per tutelare questa indispensabile risorsa naturale.

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Patate poco adattabili ai cambiamenti climatici

La pianta della patata sembra crescere piuttosto bene con il surriscaldamento climatico ma quello che poi importa per il raccolto è la produzione di tuberi che secondo un nuovo studio cala drasticamente; infatti, mentre il contenuto di clorofilla in tutta la pianta cresce il raccolto di tuberi diminuisce fino al novantatre percento a seconda del tipo di cultivar (alcune non riescono nemmeno a formare il tubero) e le condizioni simulate dai ricercatori con temperature di trentacinque gradi Celsius di giorno e ventotto di notte sono già state sperimentate effettivamente nella realtà. Difficile trovare una cultivar che si adatti al surriscaldamento climatico dal momento che la migliore selezione avrebbe ottenuto una diminuzione del settanta percento del raccolto comunque bisognerà cercare di minimizzare il problema con nuove varietà ed anche con una stagione di raccolto più breve.

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Scelte alimentari influenzano il clima

Chi mangia carne deve essere consapevole che questa scelta alimentare poco salutista può influenzare pesantemente il clima globale; infatti, ad esempio il Brasile non vuole rispettare gli accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni inquinanti e procedere senza divieti, considerati penalizzanti, alla deforestazione della foresta amazzonica per ricavare pascoli per il bestiame da macellare. Senza i cosiddetti polmoni verdi del pianeta già pesantemente danneggiati con il taglio di alberi in un'area di oltre settemila chilometri quadrati sarà davvero difficile contenere il rialzo delle temperature globali, poi bisogna tenere conto della deforestazione in molti paesi del globo per fare spazio a vaste piantagioni di alberi di palma da olio molto utilizzato in dolci di bassa qualità e dannosi per la salute. Questo ciclo vizioso che alimenta l'effetto serra finirà per danneggiare anche le coltivazioni che consentono una corretta alimentazione.

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Alimentazione                  

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