Tanta plastica rilasciata dai ghiacci dell'Artico

Ad un primo sguardo certe zone remote dell'Artico coperte di ghiacci potrebbero sembrare pulite ed incontaminate ma i ricercatori avrebbero rilevato oltre dodicimila piccoli pezzi di plastica imprigionati in un singolo campione esaminato abbastanza piccolo da stare in una mano e questo significa che man mano che i ghiacci si fonderanno con il surriscaldamento climatico una gran quantità di plastica sarà rilasciata nel mare. Fra i residui più comuni di plastica abbastanza piccoli da poter essere mangiati dai pesci ed entrare nella catena alimentare sono stati individuati i tipi utilizzati in buste e bottiglie di plastica, pitture, reti da pesca e filtri di sigarette. La concentrazione più alta quantificabile in circa dodicimila particelle per litro, quasi esclusivamente polietilene, proviene dal ghiaccio del bacino di Makarov che potrebbe essersi originato nel nord-est dell'oceano Pacifico dove galleggia un'enorme aggregazione di rifiuti di plastica.

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Consumare cinque portate di frutta e verdura

Quanto fosse salutare per l'organismo mangiare molta frutta è verdura è noto ed un nuovo studio effettuato da ricercatori australiani su oltre novecentocinquanta donne di settanta anni di età o più anziane avrebbe verificato tramite esame ad ultrasuoni delle carotidi nel collo pareti dei vasi più sottili e minore accumulazione di placche soprattutto in chi mangiava molte crucifere come broccoli, cavolfiori, cavoli e cavoletti di Bruxelles; quindi con minori rischi per l'apparato cardiovascolare. Meno di una persona su dieci consuma il minimo di portate di frutta e verdura raccomandate dalle linee guida e ad esempio questo nuovo studio dimostra comparando le donne con apporto nel regime alimentare di meno di due portate al giorno con quelle che consumavano almeno tre portate una differenza di spessore delle carotidi quantificabile in un cinque percento in meno (il test non era mirato per sondare differenze nello spessore delle carotidi), poi i vegetali sono anche ricchi in vitamine e minerali che hanno dimostrato di ridurre le infiammazioni e lo stress ossidativo che sono fattori che possono contribuire nell'insorgenza di malattie cardiovascolari.

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Indagine sulle bottiglie di plastica

La microplastica è spesso presente nell'acqua potabile ed una ricerca effettuata sull'acqua, tipo minerale-oligominerale, confezionata in bottiglie di plastica avrebbe riscontrato una contaminazione che deriva dalle stesse confezioni anche se non è chiaro se possa costituire un pericolo per la salute, ma di sicuro questo stride con le dichiarazioni salutari e di purezza propagandate dalle aziende che imbottigliano l'acqua che descrivono nella maggior parte dei casi vari effetti positivi sull'organismo ed anche proprietà curative. I ricercatori temono, in genere per la contaminazione riguardo all'acqua potabile, che le microparticelle di plastica (composte da catene di polimeri con l'aggiunta di additivi chimici) possano arrivare fino ai tessuti causando stress ossidativo con conseguenti infiammazioni croniche. Organizzazioni internazionali sostengono che bisognerebbe prima stabilire i livelli di concentrazione di microplastica eventualmente dannose.

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Studio su formula alla soia per allattamento neonati

Capita che le madri che non possono allattare i figli decidano per evitare allergie, intolleranze al lattosio ed altre difficoltà digestive di usare al posto di un preparato formulato con latte di mucca una formula a base di soia da cui si ricava una bevanda simile al latte che, però, è un poco troppo ricca di estrogeni specialmente per le femmine e può alterare il sistema endocrino ed interferire leggermente con il normale sviluppo ormonale; almeno da quando risulta da uno studio effettuato da ricercatori americani che hanno monitorato i dati relativi a duecentottantatre lattanti di cui centodue allattati con formula alla soia, centoundici allattati con latte e settanta al seno della madre. Le differenze riscontrate non sono rilevanti quindi non è il caso di preoccuparsi per aver scelto una formula a base di soia, poi inutile dire che l'allattamento al seno è di gran lunga preferibile e vi sono degli stratagemmi per risolvere eventuali problematiche.

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Aranciate salutari solo spremendo le arance

La notizia che il contenuto minimo di succo di arancia presente nelle bibite dovrà passare dall'attuale dodici percento al venti anche se positiva non dovrebbe far pensare al consumatore che si tratti nel complesso di bevande salutari; infatti, solo spremendo le arance e bevendo il succo senza far passare molto tempo l'organismo può trarre beneficio dalla vitamina C che è termolabile, poi bisognerebbe anche fare attenzione a dosare con la dovuta cautela lo zucchero (se proprio non si riesce ad evitarne l'uso) dal momento che alza l'indice glicemico dell'alimento predisponendo all'obesità e patologie correlate. Inutile dire che mangiare un'arancia è meglio di spremerla per poter aver l'apporto di fibre presenti in abbondanza nello spugnoso e bianco mesocarpo, poi si può godere maggiormente dei profumi che sprigionano dividendo gli spicchi del frutto senza dimenticare il contatto ideale figurato con l'albero e la natura.

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Tumori favoriti da cibi industriali molto lavorati

Aumentando nell'alimentazione l'apporto di cibi industriali molto lavorati di un dieci percento aumenta anche il rischio di tumori per una percentuale che può raggiungere il dodici percento e ad esempio nel caso delle donne si stima un rischio di tumore al seno superiore all'undici percento; almeno secondo uno studio online francese in cui i ricercatori hanno monitorato a Parigi dal 2009 i dati di quasi centocinquemila persone (di diciotto anni o di età superiore) che hanno partecipato alla registrazione del loro consumo di circa tremilatrecento prodotti nell'intervallo delle ventiquattro ore. Lo studio richiederebbe un ventaglio più ampio di dati comprendente quelli di diversi tipi di popolazioni per poter dare indicazioni attendibili, comunque emerge che semplicemente cambiando lo stile di vita si potrebbe evitare di essere colpiti da molte forme tumorali quindi è opportuno valutare se sia il caso di consumare qualche cibo "spazzatura".

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Non mangiare carne per salvaguardare l'ambiente

Fra il 1992 ed il 2016 il consumo di carne sarebbe cresciuto di oltre cinque volte contribuendo all'aumento delle emissioni inquinanti, allo sfruttamento dei terreni e alla deforestazione oltre a quella specie di epidemia relativa all'obesità globale, crescita della percentuale di casi di diabete e tumori; quindi secondo alcuni sarebbe opportuno comparare il consumo di carne a quello di tabacco, di zucchero e carbone che spesso sono tassati perché sono dannosi per la salute della popolazione e dell'ambiente. L'aumento della popolazione mondiale ha come conseguenza un maggiore sfruttamento di tutte le risorse fra cui di rilevante impatto la richiesta di carne dal momento che sono necessari molti più animali che non sono sostenibili dall'ecosistema, poi i cambiamenti climatici in atto sul pianeta con prolungate siccità e fenomeni estremi rendono sempre più difficile l'allevamento ed il mantenimento di tutta la filiera produttiva.

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Ricerche per nuovo test per la celiachia

La celiachia che provoca l'intolleranza al glutine è sempre più diffusa fra la popolazione tanto che molte persone se avvertono qualche disturbo digestivo eliminano gli alimenti con glutine anche senza aver eseguito il test per la malattia autoimmune; poi capita che se successivamente dopo aver seguito la dieta per celiaci si sottopongono al test questo non riesce a rilevare la risposta immunitaria anomala, ma un nuovo test sperimentale sembra che riesca comunque ad individuare le cellule immunitarie in un campione di sangue indirizzate alla risposta dell'organismo al glutine. Si tratta di un test che avrebbe dimostrato di essere molto preciso nella diagnosi di celiachia anche se non ancora disponibile sul mercato e si spera che data la forte richiesta ci possano essere delle aziende disposte alla produzione in larga scala, tenendo presente che ultimamente si è diffusa una specie di insensata moda salutista nel voler seguire una dieta senza glutine.

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Depurare l'acqua dai residui di plastica

L'inquinamento da residui di plastica nell'acqua potabile e in genere in mari, fiumi e torrenti sta diventando una minaccia sempre più grave per la salute umana e allo stesso tempo un problema davvero difficile da risolvere; alcuni sono scettici riguardo l'utilizzo di soluzione ad alta tecnologia per cercare di depurare l'acqua e sostengono che ora sono disponibili soluzioni per evitare che la plastica finisca nell'acqua che beviamo dal momento che è evidente che si deve agire soprattutto nella fasi iniziali dell'inquinamento e poi cercare altre soluzioni efficaci. Gettare i rifiuti nei fiumi è stata sempre una pratica piuttosto diffusa (mancando una coscienza ambientalista) e dal 1950 la quantità di plastica prodotta è aumentata enormemente con un risultato disastroso tanto da finire nella catena alimentare oltre a generare delle specie di isole di plastica che vagano negli oceani e deturpare le spiagge nei luoghi più incontaminati del pianeta.

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Polemiche su autorizzazioni all'uso del glifosato

La decisione dell'Unione Europea di prolungare per altri cinque anni l'autorizzazione all'uso dell'erbicida glifosato ha provocato le proteste di alcuni paesi non in accordo con il rinnovo della licenza (per un tempo comunque dimezzato) ad un pesticida segnalato da organizzazioni sanitarie come nocivo per la salute e soprattutto la Francia avrebbe avanzato la richiesta di rivedere il sistema di valutazione ed approvazione dei prodotti chimici anche perché non vi è accordo fra i pareri delle varie agenzie che devono vigilare sulla loro sicurezza. Questo erbicida immesso sul mercato nel 1974 da una nota azienda americana che produce anche sementi è sempre più utilizzato non solo sui campi agricoli dove viene spruzzato sui raccolti, ma anche su prati e giardini, tanto che alcuni lamentano un abuso del prodotto in pratica permesso dalle normative stabilite dall'autorità di sicurezza dei cibi e dall'agenzia che vigila sui prodotti chimici.

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Alimentazione                  

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