Povertà nel mondo per oltre un miliardo di persone

La difficoltà di avere un livello di vita decente e al tempo stesso temere per la propria sicurezza riguarda un gran numero di persone al mondo, poi si stima oltre un miliardo di persone vivono in estrema povertà (i bambini sarebbero circa la metà); poi ad esempio i conflitti che stanno sconvolgendo il pianeta vanificano gli sforzi fatti per ridurre la povertà. India, Pakistan, Etiopia, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo sono fra i paesi con il maggior numero di persone in estrema povertà. Alcuni parlano delle migrazioni causate dei cambiamenti climatici e dell'abbandono delle terre prima coltivate, questo anche per mancanza di stanziamenti ed aiuti per fronteggiare nuove impreviste situazioni (che richiedono spesso interventi strutturali) e questo porta ad un circolo vizioso con scarsità sul mercato globale di alimenti e conseguente rialzo continuo dei prezzi.

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Uso più responsabile della plastica

In esami di laboratorio è stato visto come le microplastiche siano dannose per un gruppo di animali esaminati, quindi i ricercatori si chiedono per quale motivo l'uomo dovrebbe essere differente e avanzano la proposta di almeno vietare l'uso di plastica dove è stato dimostrato che giunge direttamente ad inquinare l'ambiente, poi agire su tutta quella grande massa di plastica che poi diventa microplastica e fare attenzione in genere a tutta la plastica che si usa quotidianamente tenendo conto anche i pneumatici ed i tessuti tessili (in quest'ultimo caso evidentemente acquistare capi in tessuti naturali che sono anche più salutari). Le microplastiche sono ormai presenti dappertutto nel pianeta anche nelle aree più remote e persino incorporate nei coralli dei fondali marini, poi finiscono facilmente nella catena alimentare e spesso basta analizzare un alimento per trovarle.

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Nuovo tipo di carbone attivo che cattura i PFAS

Cercare di catturare e distruggere i PFAS, sostanze inquinanti persistenti che rimangono molto a lungo nell'ambiente (praticamente per sempre) è diventato un obiettivo prioritario per i ricercatori visti i danni che provocano; sono presenti nell'acqua e quindi nella catena alimentare con conseguenti danni alla salute ed ambientali. Sono presenti in un gran numero di prodotti di largo uso come ad esempio nei rivestimenti antiaderenti di padelle, come impermeabilizzanti in giacche ed altri tessuti, in cosmetici ed i metodi convenzionali non riescono a spezzare le molecole resistentissime dei loro legami chimici. Pare che ricercatori canadesi abbiano messo a punto una procedura con un nuovo tipo di carbone attivo che riesce in questo difficile compito utilizzando dei frammenti di legno in una soluzione di cloro ferroso e bruciati ad alta temperatura.

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Plastica usata pochi minuti o secondi e gettata

Un gesto semplice diventato comune nel mondo come ad esempio quello di prendere un bicchiere di plastica riempirlo di una bevanda e buttarlo dopo pochi minuti o anche secondi potrebbe essere un danno grave per l'ambiente e questo avviene spesso per una gran quantità di contenitori plastici forse apparentemente comodi, pratici e convenienti ma costituiscono un grande rischio per la catena alimentare. Si cerca a livello internazionale quest'anno di raggiungere un accordo per limitare l'inquinamento da plastica; infatti, si valuta che ogni anno quattrocento milioni di tonnellate metriche di plastica finiscano nell'ambiente, una quantità evidentemente enorme con impatto devastante per tutto l'ecosistema. Pare che i residenti degli Emirati Arabi Uniti raggiungano uno dei più alti volumi di rifiuti plastici al mondo e la plastica usa e getta costituisca il quaranta percento di tutta la plastica utilizzata nel paese.

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Coltivazioni colpite da siccità nel sud dell'Africa

Gli effetti correlati alla corrente globale "El Nigno" già agli inizi dell'anno avrebbero interessato vaste regioni nel sud dell'Africa, si parla di coltivazioni in sofferenza per la siccità e circa sessantotto milioni di persone sono a rischio per carenze alimentare; poi recentemente nella capiate Harare del Zimbabwe in un convegno si è discusso fra gli altri temi di sicurezza alimentare riguardanti sedici paesi (in via di sviluppo) del sud dell'Africa. Se i campi non producono più foraggio anche gli allevamenti ne risentono e di conseguenza l'intera economia, si calcola che un diciassette percento avrebbe bisogno di aiuti e Zimbabwe, Zambia e Malawi hanno già dichiarato la crisi alimentare come uno stato di disastro, poi Lesotho e Namibia richiedono supporto umanitario. In Zimbabwe la malnutrizione colpisce in bimbi sotto i cinque anni, donne incinte e che allattano, adolescenti.

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Agricoltura ostacolata dalla siccità in Marocco

Sei anni di siccità avrebbero danneggiato seriamente i raccolti in Marocco dove un terzo dei campi non è più coltivato per le condizioni avverse, poi il lavoro nei campi è diventato più duro e questa situazione decisamente poco favorevole che ostacola pesantemente l'agricoltura interessa vaste aree del Mediterraneo; particolarmente colpiti oltre al Marocco dove circa un terzo della popolazione attiva lavora nei campi i vicini Algeria e Tunisia. Le autorità fra le polemiche lamentano che la siccità è diventata una realtà e annunciano investimenti incluso l'incremento di utilizzo di energie rinnovabili, poi la tecnologia aiuta con moderne e sofisticate soluzioni in campo agricolo, ma è impiegata solo in circa il quindici percento delle aree coltivate. Alcuni dicono che senza pioggia non c'è vita mentre osservano i loro raccolti immiseriti e danneggiati dalla siccità.

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Una filiera agricola poco controllata in Italia

In seguito ad un caso di sfruttamento in un campo agricolo di raccolta dei meloni ai danni di un immigrato irregolare, a dir poco raccapricciante, con conseguenze tragiche si sono moltiplicate le proteste riguardo le condizioni di lavoro in agricoltura riservate a chi non dispone di tutele; poi la filiera è poco controllata ed anche chi acquista frutta e verdura difficilmente può sapere se siano state rispettate delle basilari norme contro gli infortuni e a quanto pare a volte anche le catene distributive lo sanno in modo approssimativo, rendendo possibili gravi abusi. Inutile dire che i cambiamenti climatici oltre ad ostacolare la produzione e danneggiare i raccolti (si parla ad esempio fino a meno sessanta percento di produzione di olio, grano, alcuni vegetali al Sud in Italia per la siccità) rendono il lavoro nei campi massacrante per temperature estreme e forte irraggiamento solare.

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La pastorizzazione funziona per il virus H5N1

Non ci sarebbero problemi ad assumere latte pastroizzato mentre assumere quello crudo potrebbe essere rischioso negli Stati Uniti a causa di focolai dovuti al virus H5N1 dell'influenza aviaria in allevamenti di vacche; infatti, pare che mucche contagiate abbiano prodotto un anomalo latte denso e giallognolo almeno da quanto risulta da analisi effettuate in diversi stati dopo la conferma di contagi in alcuni allevamenti. I veterinari hanno anche scoperto il virus nei polmoni di vacche che non mostravano sintomi appartenenti ad una mandria contagiata, ma le carni non sono entrate nel ciclo alimentare; poi erano stati riscontrati frammenti del virus in campioni di latte esaminati che avevano spinto ad aumentare le misure di sorveglianza. Secondo i ricercatori si devono costruire diverse barriere a partire dal livello delle fattorie e poi ad ogni stadio di lavorazione degli alimenti per evitare rischi pandemici.

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Poca acqua per le coltivazioni di caffè in Vietnam

Le riserve idriche destinate alle coltivazioni di caffè della varietà robusta si starebbero riducendo rapidamente in Vietnam, che è il maggior produttore al mondo di robusta, a causa delle condizioni climatiche caratterizzate da scarse precipitazioni piovose, alte temperature e quindi secchezza eccessiva che hanno determinato un bilancio sfavorevole nei nutrienti delle piante. Caldo e secco hanno anche favorito la diffusione della cocciniglia a volte molto velocemente e preoccupante in alcune fattorie, l'insetto danneggia fiori e piccoli frutti con inevitabile calo del raccolto e conseguente possibile rialzo ulteriore del prezzo del caffè (era già aumentato sempre a causa di cali di produzione). Le temperature nel nord e centro del paese raggiungono i quaranta gradi Celsius con picchi anche di quarantaquattro per l'ondata di calore che sta interessando il sud-est dell'Asia.

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Predatori naturali alternativa ai pesticidi

I cambiamenti climatici con il rialzo delle concentrazioni di biossido di carbonio nell'atmosfera e l'effetto serra influenzano sia i raccolti sia la dinamica di come i parassiti interagiscono con i vegetali, incrementando anche la loro percentuale di sopravvivenza ed uno studio avrebbe evidenziato come i predatori naturali come uccelli, scarabei, ragni, maggiolini e cimici potrebbero essere un'efficace alternativa ai pesticidi tenendo sotto controllo la popolazione dei parassiti vegetali. Gli agricoltori usano sempre più pesticidi chimici perché le precipitazioni piovose erratiche con estrema variabilità delle piogge rendono in genere le piante meno resistenti ai parassiti, ma basta utilizzare una sola specie di predatori per migliorare la situazione; anche se sarebbe meglio utilizzare più specie per il funzionamento naturale dell'ecosistema e favorire la biodiversità.

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Alimentazione                  

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