Cannella per migliorare la salute metabolica
Un test effettuato sugli adipociti di volontari di diversa età, etnia e condizione di forma fisica avrebbe evidenziato che se trattati con un olio essenziale (cinnamaldeide) presente nella cannella e caratterizza il tipico profumo della spezia potrebbe essere utile a migliorare la salute metabolica e favorire la termogenesi, almeno secondo ricercatori americani che sostengono che questa scoperta potrebbe aiutare ad evitare l'obesità. Diversi geni ed enzimi coinvolti nel metabolismo dei lipidi risulterebbero maggiormente attivati in presenza di questo olio essenziale ed anche due proteine regolatrici del metabolismo metabolico coinvolte nella termogenesi, considerando che gli adipociti normalmente immagazzinano energia in forma di lipidi. In passato era già stato verificato come la cannella potesse giocare un ruolo nel tenere sotto controllo il colesterolo ed avesse altre caratteristiche salutari in genere per l'organismo.
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Data: 24/11/2017
n: 3623
Selezionare coltivazioni resistenti alla siccità
Per evitare una netta perdita di raccolto per ampie varietà di coltivazioni come sta accadendo in alcune zone del globo ad esempio per uva, olive, caffè bisognerebbe selezionare piantine in grado di resistere al surriscaldamento climatico e quindi alla siccità oltre a cercare di proteggere i terreni con schermi in grado di deviare le ondate di calore che diventeranno sempre più frequenti. Potrebbe essere opportuno cambiare completamente tipo di coltivazione per terreni non adattabili o modernizzare l'irrigazione con impianti programmabili e grandi vasche di raccolta di acqua piovana in caso di eventi estremi; inoltre, questi interventi servirebbero anche a preservare posti di lavoro nel settore agricolo. Da segnalare cambiando argomento ma rimanendo su tematiche relative all'alimentazione un'indagine di qualche tempo fa che segnalava come nell'acqua potabile fossero spesso presenti poco rassicuranti residui plastici.
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Data: 13/09/2017
n: 3562
Uso eccessivo di fertilizzanti con nitrati
I nitrati presenti nei fertilizzanti utilizzati senza criterio nell'agricoltura di tipo intensivo e che quindi finiscono in fiumi, laghi e mari stanno causando seri problemi all'ambiente per il proliferare di vari tipi di alghe che oltre ad essere spesso antiestetiche e maleodoranti possono anche rilasciare pericolosi gas tossici se tendono ad accumularsi ed i batteri le decompongono sprigionando idrogeno solforato dal caratteristico odore di uova marce. La questione è di difficile soluzione perché gli agricoltori sostengono che senza l'uso massiccio di fertilizzanti non riescono ad essere competitivi su un mercato globale, ma alcuni suggeriscono di calcolare le quantità esatte dei costosi fertilizzanti da utilizzare per i raccolti in modo che le dosi eccessive non finiscano nei corsi d'acqua, dal momento che si presenta anche il problema dei cambiamenti climatici con l'innalzamento delle temperature che amplifica il fenomeno.
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Data: 23/08/2017
n: 3543
Maggiore scambio di informazioni alimentari in EU
In seguito al ritiro dal mercato in diversi paesi europei di milioni di uova provenienti dall'Olanda contaminate dall'insetticida "fipronil", utilizzato per gli animali domestici e non consentito negli allevamenti di pollame, alcuni hanno dichiarato come per evitare rischi per i consumatori siano necessari maggiori scambi di informazioni relative agli alimenti in modo veloce ed efficace fra i vari paesi dell'unione. Nel frattempo gli investigatori olandesi in collaborazione con le autorità belghe e con l'assistenza di agenzie europee di controllo avrebbero arrestato due persone in due città dell'Olanda (Barneveld e Zaltbommel) per avere immesso nella catena alimentare questo insetticida; in realtà a quanto pare secondo organizzazioni sanitarie solo moderatamente pericoloso in grandi quantità per reni, fegato e tiroide. Partite di uova continuano ad essere ritirate ad esempio in Danimarca, Francia e Gran Bretagna, ma per il momento non in Italia.
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Data: 11/08/2017
n: 3532
Agricoltura industriale non sostenibile
Dal confronto dei dati riguardo il consumo delle risorse del pianeta e l'impronta ecologica di un abitante di un paese europeo che superano il doppio o il triplo rispetto a quello di molti paesi poveri risulta evidente che non si può andare avanti di questo passo; infatti, nel 1987 era stato fissato il 9 dicembre la data figurata di massimo sfruttamento globale ed ora dopo solo tre decenni si è passati al 2 agosto con l'agricoltura industriale vista fra i principali responsabili (oltre alle emissioni inquinanti e all'aumento di popolazione). La pesca che è diventata sofisticata estrazione industriale selettiva non consente ai pesci di continuare a riprodursi soprattutto alcune specie che stanno già scomparendo dai mari, poi il consumo di carne con animali spesso rinchiusi in piccole gabbie ha un pesante impatto ambientale e l'alimentazione in genere è squilibrata con eccessivo apporto calorico e conseguente epidemia globale di sovrappeso ed obesità.
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Data: 03/08/2017
n: 3525
Dolcificanti artificiali collegabili ad obesità
Sempre più persone consumano dolcificanti artificiali che sono presenti in una gran varietà di cibi e bevande per cercare di dimagrire senza ottenere risultati e mettendo a rischio la propria salute, almeno secondo uno studio effettuato da ricercatori canadesi sui dati generici relativi ad oltre quattrocentomila persone monitorati per circa dieci anni oltre a quelli di circa mille persone obese per sei mesi. Analizzando i microbi nell'intestino per ricavare i marcatori metabolici l'ipotesi che affiora sarebbe che forse i dolcificanti artificiali modificano la flora batterica in modo da predisporre all'obesità oppure potrebbero indurre le persone a compensare le calorie assumendo altri cibi e bevande sia per esigenze dell'organismo che per l'impressione di aver ottenuto un risparmio energetico. Alcuni dicono che i dolcificanti artificiali sono collegabili all'epidemia di obesità, poi bisogna anche considerare che capita siano presenti in alimenti senza chiare indicazioni.
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Data: 22/07/2017
n: 3515
Porzioni dei cibi collegabili ad obesità
Confrontando i dati delle porzioni dei cibi per un periodo di quindici anni dei ricercatori australiani, paese in cui quasi due persone su tre sono in sovrappeso o obese, avrebbero constatato come siano cresciute notevolmente proprio quelle dei cibi cosiddetti "spazzatura" ad alto contenuto di grassi e conseguente eccessivo apporto di calorie superflue; ma non proprio tutte e ad esempio le confezioni delle merendine, patatine fritte e pasticcini siano in genere più piccole forse perché i produttori individuando che i consumatori le percepiscono come poco salutari si siano adeguati alle loro esigenze, anche se si tratta complessivamente di pochi casi. Per evitare quella che viene chiamata come una specie di epidemia di obesità ed inevitabili problemi sanitari bisognerebbe porre le persone in un ambiente (i cibi che vedono e le relative pubblicità) dove possano facilmente scegliere porzioni più piccole e fare scelte meno caloriche.
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Data: 07/07/2017
n: 3502
Divieto di uso dell'erbicida glifosato in California
La decisione delle autorità della California di vietare l'utilizzo di un comune erbicida come il glifosato sulle coltivazioni significa evidentemente che vi deve essere qualche rischio nell'uso di questa contestata molecola chimica molto utilizzata in tutto il mondo e soprattutto dagli agricoltori anche in Europa (che spruzzano sui campi elevate dosi del cosiddetto "Roundup") dove nonostante gli avvertimenti di alcuni governi al non uso manca ancora una legislazione chiara che possa regolamentarne l'utilizzo. Come spesso capita in questi casi mentre si continua a parlare di mancanza di trasparenza riguardo l'effetto cancerogeno del glifosato una qualsiasi persona o bimbo facendo l'esame del sangue e delle urine potrebbe trovarne tracce. Da segnalare cambiando argomento ma rimanendo su tematiche di sicurezza alimentare la decisione dell'attuale amministrazione americana di abolire la precedente legge che garantiva acqua pulita dagli inquinanti.
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Data: 04/07/2017
n: 3499
Grano e riso più resistenti alla siccità
E' possibile ottenere dei raccolti più resistenti alla siccità stimolando le piante a chiudere i pori in caso di scarsità d'acqua, almeno secondo ricercatori Australiani con il supporto di un team internazionale che avrebbero utilizzato i segnali che i cloroplasti trasmettono alle foglie delle piante di grano, orzo e riso per stimolare la chiusura dei pori consentendo ad esempio all'orzo di resistere in condizioni di siccità un cinquanta percento più a lungo. Questa strategia può essere adottata in tutti i paesi in cui i raccolti soffrono per stress a causa della scarsità d'acqua aumentando la produttività degli agricoltori e con impatto significativo sulle loro economie in caso di siccità. Cambiando argomento ma rimanendo su tematiche che riguardano la siccità da segnalare la difficile situazione riguardo la coltivazione di caffè in Etiopia, paese fra i maggiori produttori a livello mondiale dei pregiati chicchi, a causa anche del rialzo delle temperature.
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Data: 27/06/2017
n: 3493
Difficile situazione alimentare in Yemen
Un divieto imposto sul consumo di vegetali freschi, frutta e verdura a causa dell'epidemia di colera e quindi del pericolo di contaminazione sta rendendo la situazione alimentare in Yemen davvero difficile con gli abitanti che non trovano nulla da mangiare ed anche per quanto riguarda l'acqua potabile rischiano di compromettere la loro salute ogni volta che bevono dal momento che quasi tutte le fonti sono contaminate. Molte persone si sono riversate nella capitale Sana a causa dei conflitti militari che stanno sconvolgendo un paese impoverito anche per i cambiamenti climatici e che importa il novanta percento delle risorse alimentari, poi le strutture sociali sono al collasso, mancano le medicine per curare i casi di colera con ventiquattromila casi sospetti nelle ultime tre settimane (un numero quasi uguale al totale dei casi stimati dall'inizio dell'epidemia) un terzo dei quali sono bambini, più vulnerabili a causa dello stato di malnutrizione.
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Data: 25/05/2017
n: 3465
Alimentazione
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